Non è per contraddire Barack Obama, ma "il Paese dove tutto è possibile" non sono gli Usa. È l' Italia. Dove è possibile che il capogruppo del partito di maggioranza commenti l' elezione di Obama dicendo che fa contenta Al Qaeda. È possibile che il leader di un altro partito di governo abbia definito “bingo bongo” gli africani. È possibile che un autorevole leader di quel partito abbia definito “culattoni” gli omosessuali. È possibile che un sindaco del Nord inviti a trattare gli immigrati come “leprotti”, a fucilate. È possibile che Marcello Dell’Utri (interdetto dai pubblici uffici, e però senatore della Repubblica: è possibile anche questo) ammonisca le giornaliste del TGR 3 perché abbassano il morale della Nazione. È possibile che il premier, proprietario di televisioni, nel pieno del suo ruolo istituzionale, inviti gli imprenditori a non destinare investimenti pubblicitari ai suoi concorrenti. È possibile che, in piena crisi finanziaria, lo stesso premier esorti ad acquistare azioni indicandone il nome. È possibile che una trasmissione della televisione pubblica sia oggetto di una spedizione punitiva di squadristi. È possibile che un ex Presidente della Repubblica rievochi la violenza e gli intrighi di Stato come metodo repressivo delle manifestazioni studentesche. E sono possibili mille altre di queste meraviglie, nel solo vero Paese dove veramente tutto è possibile. Così possibile che si è già avverato.
Michele Serra (L’Amaca – La Repubblica 6 novembre 2008)
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