ANCHE L'OVVIO E' IN BILICO (CARLOS)

mercoledì 19 dicembre 2007

Gettare la spugna

Le maglie si sono allentate,
sciolte e rilassate come i tessuti del culo d’una novantenne,
lo zoccolo è duro quanto le gomme di 100.000 km,
da sembrare nuove ma alla prima frenata ti fottono.
La difesa fa acqua ovunque, gli avversari entrano nel burro,
lo spalmano e se lo mangiano con noi dentro.
L’ammaina bandiera, la resa dei conti,
l’oste che presenta il conto a uno che non conta più niente.

Gettare la spugna…

Moderare la velocità, rallentare, frenare, fermarsi.
Sedersi, sdraiarsi, stendersi sul divano,
davanti la televisione,
un breve sonno e arriva la pensione.
Scendere dalla bici e salire sull’ammiraglia,
cadere e non rialzarsi, arrancare.
Rinunciare piuttosto che provare,
rallentare invece di accelerare,
subire piuttosto che agire.
E’ più semplice cliccare enter,
piuttosto che entrare,
meglio salvare un file,
che la propria vita.

Gettare la spugna…

Cala il desiderio, la voglia, il coraggio,
prevalgono i se e ma sull’entusiasmo di ieri,
quando i sogni s’inseguivano fino a raggiungerli.
È il punto di non ritorno, senza andata,
fermarsi ed attendere che gli eventi ci travolgano.
I ricordi potevano essere il trampolino di lancio per ripartire,
per rimettersi in gioco,
provare al nostro spirito di esserci ancora.
Non rimane che la panchina, o ancor peggio la tribuna,
l’oblio.

Gettare la spugna….

Poveri noi, figli di adozioni a distanza, di madre rete,
parola che fino a ieri, erano i goal di Rossi, Tardelli e Altobelli.
L’I.N.P.S. ha già confermato il primo accredito,
Casa Serena, grazie al prezioso lavoro del Presidente,
ha preparato la stanza, carina e spaziosa, dove per quel che rimarrà,
sarà tutto bello, con quella grande finestra con veduta sul Noncello

(We made a promise we swore we'd always remember
No retreat, believe me, no surrender)

(Coperton Buick)

Nessun commento: