SHINE A LIGHT - Martin Scorsese
Insieme peseranno due quintali scarsi, considerando che Keith ha qualche libbra in piu’, gli altri tre non raggiungono i 50 kg. comprese le chitarre, microfoni, bande, bandane, anelli, teschi, collane, piercing, manette, payette, lafayette e bilama Gilette.
Ronnie Wood porta l’orologio, raramente capita di vederne uno al polso di una Rockstar sul palco, deve essere finto o fermo, oppure una diavoleria cinematografica inventata per l’occasione da Martin Scorsese.
Bellissima la prima parte del film in bianco e nero, che alterna immagini del passato con quelle attuali, dove interviste e dichiarazioni, a dir poco lungimiranti, la dicono lunga sul destino delle pietre che sarebbero rotolate per decenni.
Il resto e’ tutto concerto, con Jagger a par la prima donna, Richards che cerca la postura migliore per la nota giusta e per rialzarsi poi, senza pregiudicare troppo le giunture che stridulano come la sua Fender.
Charlie e’ una mummia che muove solo gli arti superiori, o forse sono le bacchette che trascinano le braccia sui piatti della batteria.
E’ difficile stare fermi in poltrona, quando quel riff di chitarre ti spinge ad essere un ultra’ da curva piuttosto che un tranquillo spettatore di un’associazione culturale di nicchia.
Pare che il tempo, esclusa qualche ruga e segreto ben nascosto, non sia passato, anzi hanno fregato gli anni, trapassati, sorpassati e tenuti dietro a debita distanza, si sa mai che qualcosa non funzioni e all’improvviso il tempo si riprenda le loro vite, mangiandoli in un colpo solo.
Il finale, come sempre, spetta a “I can’t get no satisfaction”, dimostrando che hanno ancora il coraggio, l’arroganza o il delirio di cantare la loro insoddisfazione, ma cosa altro vogliono da questa mondo, magari un patto con il diavolo per il prolungamento del contratto ad oltrevita.
La luna che guarda sorniona New York, all’improvviso si spoglia della sua veste romantica per mostrare alla notte la sua linguaccia rossa, che e’ ovviamente quella dei R.S.
Questi imprenditori del R’n’R’ che non hanno mai conosciuto la cassa integrazione o sentito la recessione, hanno ancora carte da giocarsi, il tempo del ballo o dello sballo puo’ andare avanti, alla faccia del T.f.r. e della pensione.
Da qualsiasi parte tu li veda, senta, vesti, svesti, loro sono immodificabili, inossidabili, come questo inutile articolo, che sara’ attuale anche fra 10 anni, bastera’ fare un semplice copia e incolla.
(Coperton Buick)
Insieme peseranno due quintali scarsi, considerando che Keith ha qualche libbra in piu’, gli altri tre non raggiungono i 50 kg. comprese le chitarre, microfoni, bande, bandane, anelli, teschi, collane, piercing, manette, payette, lafayette e bilama Gilette.
Ronnie Wood porta l’orologio, raramente capita di vederne uno al polso di una Rockstar sul palco, deve essere finto o fermo, oppure una diavoleria cinematografica inventata per l’occasione da Martin Scorsese.
Bellissima la prima parte del film in bianco e nero, che alterna immagini del passato con quelle attuali, dove interviste e dichiarazioni, a dir poco lungimiranti, la dicono lunga sul destino delle pietre che sarebbero rotolate per decenni.
Il resto e’ tutto concerto, con Jagger a par la prima donna, Richards che cerca la postura migliore per la nota giusta e per rialzarsi poi, senza pregiudicare troppo le giunture che stridulano come la sua Fender.
Charlie e’ una mummia che muove solo gli arti superiori, o forse sono le bacchette che trascinano le braccia sui piatti della batteria.
E’ difficile stare fermi in poltrona, quando quel riff di chitarre ti spinge ad essere un ultra’ da curva piuttosto che un tranquillo spettatore di un’associazione culturale di nicchia.
Pare che il tempo, esclusa qualche ruga e segreto ben nascosto, non sia passato, anzi hanno fregato gli anni, trapassati, sorpassati e tenuti dietro a debita distanza, si sa mai che qualcosa non funzioni e all’improvviso il tempo si riprenda le loro vite, mangiandoli in un colpo solo.
Il finale, come sempre, spetta a “I can’t get no satisfaction”, dimostrando che hanno ancora il coraggio, l’arroganza o il delirio di cantare la loro insoddisfazione, ma cosa altro vogliono da questa mondo, magari un patto con il diavolo per il prolungamento del contratto ad oltrevita.
La luna che guarda sorniona New York, all’improvviso si spoglia della sua veste romantica per mostrare alla notte la sua linguaccia rossa, che e’ ovviamente quella dei R.S.
Questi imprenditori del R’n’R’ che non hanno mai conosciuto la cassa integrazione o sentito la recessione, hanno ancora carte da giocarsi, il tempo del ballo o dello sballo puo’ andare avanti, alla faccia del T.f.r. e della pensione.
Da qualsiasi parte tu li veda, senta, vesti, svesti, loro sono immodificabili, inossidabili, come questo inutile articolo, che sara’ attuale anche fra 10 anni, bastera’ fare un semplice copia e incolla.
(Coperton Buick)
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