ANCHE L'OVVIO E' IN BILICO (CARLOS)
mercoledì 28 maggio 2008
Roba di Amilcare
Riduttori emozionali per anime recalcitranti...pensami, vuotami...pedala su questo tempo ciclabile, su questa pista portatile...non sorridere a vanvera, rincurati vecchio balordo...rincura parte del vuoto che tieni, soffiaci dentro, farfuglia una canzone...ricordati i sapori delle parole, le colline, le bricciole di pane sull'erba...non pensare al governo ma governa il tuo pensiero.
lunedì 26 maggio 2008
venerdì 23 maggio 2008
Altri, nuovi, vecchi.
"Sono stato costretto a guardare la realtà con i miei occhi, ad ascoltare con le mie orecchie, a toccare con mano. Mi sono ricordato che, da qualche parte, c'era un cuore e, per quanto maltrattata, avevo un'anima. Così ero stato allevato e ben educato: era il caso di ricominciare da lì. Trovarmi altri maestri, nuovi insegnanti, vecchi insegnanti"
(Giovanni Lindo Ferretti)
giovedì 22 maggio 2008
Shine a Light
SHINE A LIGHT - Martin Scorsese
Insieme peseranno due quintali scarsi, considerando che Keith ha qualche libbra in piu’, gli altri tre non raggiungono i 50 kg. comprese le chitarre, microfoni, bande, bandane, anelli, teschi, collane, piercing, manette, payette, lafayette e bilama Gilette.
Ronnie Wood porta l’orologio, raramente capita di vederne uno al polso di una Rockstar sul palco, deve essere finto o fermo, oppure una diavoleria cinematografica inventata per l’occasione da Martin Scorsese.
Bellissima la prima parte del film in bianco e nero, che alterna immagini del passato con quelle attuali, dove interviste e dichiarazioni, a dir poco lungimiranti, la dicono lunga sul destino delle pietre che sarebbero rotolate per decenni.
Il resto e’ tutto concerto, con Jagger a par la prima donna, Richards che cerca la postura migliore per la nota giusta e per rialzarsi poi, senza pregiudicare troppo le giunture che stridulano come la sua Fender.
Charlie e’ una mummia che muove solo gli arti superiori, o forse sono le bacchette che trascinano le braccia sui piatti della batteria.
E’ difficile stare fermi in poltrona, quando quel riff di chitarre ti spinge ad essere un ultra’ da curva piuttosto che un tranquillo spettatore di un’associazione culturale di nicchia.
Pare che il tempo, esclusa qualche ruga e segreto ben nascosto, non sia passato, anzi hanno fregato gli anni, trapassati, sorpassati e tenuti dietro a debita distanza, si sa mai che qualcosa non funzioni e all’improvviso il tempo si riprenda le loro vite, mangiandoli in un colpo solo.
Il finale, come sempre, spetta a “I can’t get no satisfaction”, dimostrando che hanno ancora il coraggio, l’arroganza o il delirio di cantare la loro insoddisfazione, ma cosa altro vogliono da questa mondo, magari un patto con il diavolo per il prolungamento del contratto ad oltrevita.
La luna che guarda sorniona New York, all’improvviso si spoglia della sua veste romantica per mostrare alla notte la sua linguaccia rossa, che e’ ovviamente quella dei R.S.
Questi imprenditori del R’n’R’ che non hanno mai conosciuto la cassa integrazione o sentito la recessione, hanno ancora carte da giocarsi, il tempo del ballo o dello sballo puo’ andare avanti, alla faccia del T.f.r. e della pensione.
Da qualsiasi parte tu li veda, senta, vesti, svesti, loro sono immodificabili, inossidabili, come questo inutile articolo, che sara’ attuale anche fra 10 anni, bastera’ fare un semplice copia e incolla.
(Coperton Buick)
Insieme peseranno due quintali scarsi, considerando che Keith ha qualche libbra in piu’, gli altri tre non raggiungono i 50 kg. comprese le chitarre, microfoni, bande, bandane, anelli, teschi, collane, piercing, manette, payette, lafayette e bilama Gilette.
Ronnie Wood porta l’orologio, raramente capita di vederne uno al polso di una Rockstar sul palco, deve essere finto o fermo, oppure una diavoleria cinematografica inventata per l’occasione da Martin Scorsese.
Bellissima la prima parte del film in bianco e nero, che alterna immagini del passato con quelle attuali, dove interviste e dichiarazioni, a dir poco lungimiranti, la dicono lunga sul destino delle pietre che sarebbero rotolate per decenni.
Il resto e’ tutto concerto, con Jagger a par la prima donna, Richards che cerca la postura migliore per la nota giusta e per rialzarsi poi, senza pregiudicare troppo le giunture che stridulano come la sua Fender.
Charlie e’ una mummia che muove solo gli arti superiori, o forse sono le bacchette che trascinano le braccia sui piatti della batteria.
E’ difficile stare fermi in poltrona, quando quel riff di chitarre ti spinge ad essere un ultra’ da curva piuttosto che un tranquillo spettatore di un’associazione culturale di nicchia.
Pare che il tempo, esclusa qualche ruga e segreto ben nascosto, non sia passato, anzi hanno fregato gli anni, trapassati, sorpassati e tenuti dietro a debita distanza, si sa mai che qualcosa non funzioni e all’improvviso il tempo si riprenda le loro vite, mangiandoli in un colpo solo.
Il finale, come sempre, spetta a “I can’t get no satisfaction”, dimostrando che hanno ancora il coraggio, l’arroganza o il delirio di cantare la loro insoddisfazione, ma cosa altro vogliono da questa mondo, magari un patto con il diavolo per il prolungamento del contratto ad oltrevita.
La luna che guarda sorniona New York, all’improvviso si spoglia della sua veste romantica per mostrare alla notte la sua linguaccia rossa, che e’ ovviamente quella dei R.S.
Questi imprenditori del R’n’R’ che non hanno mai conosciuto la cassa integrazione o sentito la recessione, hanno ancora carte da giocarsi, il tempo del ballo o dello sballo puo’ andare avanti, alla faccia del T.f.r. e della pensione.
Da qualsiasi parte tu li veda, senta, vesti, svesti, loro sono immodificabili, inossidabili, come questo inutile articolo, che sara’ attuale anche fra 10 anni, bastera’ fare un semplice copia e incolla.
(Coperton Buick)
martedì 20 maggio 2008
domenica 18 maggio 2008
A forza di essere vento
Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta
vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla
ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti
Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà
sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali
Versi finali di Khorakhané (A forza di essere vento) - Fabrizio De Andrè/Ivano Fossati
Album: Anime salve - 1996
Il finale di Khorakhané ospita questi versi in "romanes" (lingua di rom e gitani)
scritti da Giorgio Bezzecchi, "rom harvato" ovvero "croato" e cantati da Dori Ghezzi.
I "Khorakhané" (lett. "Amanti del Corano") sono una tribù rom musulmana
di origine serbo-montenegrina.
(Stock Buick)
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta
vasu ti baro nebo
avi ker
kon ovla so mutavia
kon ovla
ovla kon ascovi
me gava palan ladi
me gava
palan bura ot croiuti
Poserò la testa sulla tua spalla
e farò
un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra
diventi casa
chi sarà a raccontare
chi sarà
sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali
Versi finali di Khorakhané (A forza di essere vento) - Fabrizio De Andrè/Ivano Fossati
Album: Anime salve - 1996
Il finale di Khorakhané ospita questi versi in "romanes" (lingua di rom e gitani)
scritti da Giorgio Bezzecchi, "rom harvato" ovvero "croato" e cantati da Dori Ghezzi.
I "Khorakhané" (lett. "Amanti del Corano") sono una tribù rom musulmana
di origine serbo-montenegrina.
(Stock Buick)
Libri
I libri non dormono mai,
al minimo stagionano sugli scaffali,
al massimo possono soffrire le allergie alla polvere,
che li coprono e li confondono fra loro,
o le pagine possono ingiallirsi come capita per i denti,
o gli indumenti intimi se non smessi.
Poi basta uno starnuto,
e gli acari cercano un altro posto,
e ridiventano visibili,
si lasciano prendere fra le mani,
sbirciare, coccolare,
e a volte ci fanno innamorare.
Il libro è una medicina,
leggera del tipo omeopatico,
che ti cura dal male,
le controindicazioni sono la dipendenza,
fortunatamente non guaribile.
Se capita di rileggere un libro,
cosa rara e inusuale,
allora avviene un piccolo miracolo,
come lo sono alcuni romanzi,
così intensi e appassionanti,
che meritano tale attenzione e protezione,
da rimanere fra le mani,
nella testa, nel cuore,
camminano ogni giorno con noi,
anche se vengono riposti sulle mensole.
Ogniluogo, ogniuomo, ognidove,
tanto per citare dimensioni immaginarie,
danno la misura dell’interazione tra lettore e scrittore,
fino al paradossale capovolgimento di ruoli,
che portano il modesto ma attento lettore,
a cimentarsi con lo scrivere.
(Coperton Buick)
al minimo stagionano sugli scaffali,
al massimo possono soffrire le allergie alla polvere,
che li coprono e li confondono fra loro,
o le pagine possono ingiallirsi come capita per i denti,
o gli indumenti intimi se non smessi.
Poi basta uno starnuto,
e gli acari cercano un altro posto,
e ridiventano visibili,
si lasciano prendere fra le mani,
sbirciare, coccolare,
e a volte ci fanno innamorare.
Il libro è una medicina,
leggera del tipo omeopatico,
che ti cura dal male,
le controindicazioni sono la dipendenza,
fortunatamente non guaribile.
Se capita di rileggere un libro,
cosa rara e inusuale,
allora avviene un piccolo miracolo,
come lo sono alcuni romanzi,
così intensi e appassionanti,
che meritano tale attenzione e protezione,
da rimanere fra le mani,
nella testa, nel cuore,
camminano ogni giorno con noi,
anche se vengono riposti sulle mensole.
Ogniluogo, ogniuomo, ognidove,
tanto per citare dimensioni immaginarie,
danno la misura dell’interazione tra lettore e scrittore,
fino al paradossale capovolgimento di ruoli,
che portano il modesto ma attento lettore,
a cimentarsi con lo scrivere.
(Coperton Buick)
venerdì 16 maggio 2008
Flash
Il nuovo governo fonda i suoi principi sul rigore………. poi però bisogna segnarlo.
(Coperton Buick)
(Coperton Buick)
mercoledì 14 maggio 2008
Powderfinger
by Eric Johnson
Look out, Mama,
there's a white boat
comin' up the river
With a big red beacon,
and a flag,
and a man on the rail
I think you'd better call John,
'Cause it don't
look like they're here
to deliver the mail
And it's less than a mile away
I hope they didn't come to stay
It's got numbers on the side
and a gun
And it's makin' big waves.
Daddy's gone,
my brother's out hunting
in the mountains
Big John's been drinking
since the river took Emmy-Lou
So the powers that be
left me here
to do the thinkin'
And I just turned twenty-two
I was wonderin' what to do
And the closer they got,
The more those feelings grew.
Daddy's rifle in my hand
felt reassurin'
He told me,
Red means run, son,
numbers add up to nothin'
But when the first shot
hit the docks I saw it comin'
Raised my rifle to my eye
Never stopped to wonder why.
Then I saw black,
And my face splashed in the sky.
Shelter me from the powder
and the finger
Cover me with the thought
that pulled the trigger
Think of me
as one you'd never figured
Would fade away so young
With so much left undone
Remember me to my love,
I know I'll miss her.
(Neil Young & Crazy Horse
Powderfinger - Rust Never Sleeps, 1979)
(s.b.)
Look out, Mama,
there's a white boat
comin' up the river
With a big red beacon,
and a flag,
and a man on the rail
I think you'd better call John,
'Cause it don't
look like they're here
to deliver the mail
And it's less than a mile away
I hope they didn't come to stay
It's got numbers on the side
and a gun
And it's makin' big waves.
Daddy's gone,
my brother's out hunting
in the mountains
Big John's been drinking
since the river took Emmy-Lou
So the powers that be
left me here
to do the thinkin'
And I just turned twenty-two
I was wonderin' what to do
And the closer they got,
The more those feelings grew.
Daddy's rifle in my hand
felt reassurin'
He told me,
Red means run, son,
numbers add up to nothin'
But when the first shot
hit the docks I saw it comin'
Raised my rifle to my eye
Never stopped to wonder why.
Then I saw black,
And my face splashed in the sky.
Shelter me from the powder
and the finger
Cover me with the thought
that pulled the trigger
Think of me
as one you'd never figured
Would fade away so young
With so much left undone
Remember me to my love,
I know I'll miss her.
(Neil Young & Crazy Horse
Powderfinger - Rust Never Sleeps, 1979)
(s.b.)
Flash
Il Partito Democratico insieme al resto dell’opposizione ha varato il governo ombra. È proprio vero che quando le cose vanno male ci si butta sul bere.
(Coperton Buick)
(Coperton Buick)
martedì 13 maggio 2008
Il Divano
Contrariamente al pensiero tramandato da secoli,
secondo il quale il miglior amico dell’uomo fosse il cane,
riterrei di sovvertire tale remota credenza popolare,
affermando invece che il compagno ideale del genere umano sia il divano.
Nell’antico impero ottomano era il consiglio dei ministri,
nell’ attuale transatlantico ne sentono ancora l’effetto,
visti i tempi soporiferi di nascita delle varie ed includenti leggi.
Figlio del suo antenato sofà, annovera inoltre e uomini permettendo, l’amicizia con cani, gatti e altri eventuali animali domestici.
Il divano s’inserisce, geneticamente, tra la sedia ed il letto,
svolgendo la sua immensa attività sociale tra la cena,
ed il riposo notturno.
Non tutti però seguono questo naturale processo,
mio nonno ad esempio s’addormentava sulla sedia con la tavola ancora imbandita,
chinato sul tavolo appoggiando la fronte sul dorso delle mani.
Il divano è comunque il luogo più ambito della casa,
ed ogni membro della famiglia ha il suo personale ed intrasferibile posto,
il trasgredire, anche casuale, a tale regola, puo’ portare danni irreversibili al sistema socio politico di ogni focolare domestico.
Sua maesta’ è diffusissimo in tutto il mondo,
chi piu’ chi meno ne ha uno,
qualche homeless ha solo quello.
La rivalita’ esistente tra il divano ed il letto divide i fans del pianeta,
alcune fazioni addirittura scambiano il loro utilizzo,
i saggi attribuiscono al secondo la certezza paragonandolo alla moglie,
il primo alla trasgressione e quindi all’amante.
Non c’è dubbio comunque che il divano abbia scritto pagine di storia,
senza il suo supporto fisico e morale l’umanita’ sarebbe stata di una barbaria ben più atroce.
La sua mansione terapeutica principale è quella di rilassare e coccolare il proprio inquilino, farlo sentire, almeno in quei momenti, il capo.
Munito poi di telecomando, l’utente si ritiene padrone del pianeta, che comanda a piacimento, modificandolo con una leggera pressione di tasto.
La classica copertina sugli arti inferiori completa il kit del guerriero da sofa’,
l’era moderna ha poi regalato altre armi, quali il vasetto di Nutella con cucchiaino da caffè annesso, patatine, arachidi, cioccolata, ed altre piccole leccornie da sgranocchiare per confondere il tempo.
Qualche nostalgico usa la mitica boule d’acqua calda per scaldarsi i piedi.
Il divano è tra le altre, il vero padre della tv, nonno dei vari vari Baudo e Bongiorno, bisnonno di altri dementi che riempiono la scatola catodica.
Senza il sofa’ quindi non ci sarebbe la tv, e non viceversa, perchè egli vive in totale autonomia, il canone R.A.I. dovrebbe finanziare la promozione del nostro nei paesi in via di sviluppo.
Insomma ognuno ripone nel divano, il momento della ricompensa quotidiana,
il relax fisico e mentale, il posto in cui si cancellano, per un paio d’ore, gli stress e le nevrosi assorbite nelle ore precedenti.
Proprio per questo sua maesta’ è il nostro amico piu’ caro, quello che è sempre pronto a darci tutto, senza chiedere nulla in cambio.
È quell’oggetto che ritrovi, ogni giorno, al proprio posto,
contento di vederci, di ospitarci sulla sua dolce superficie,
in attesa che il sonno ed i sogni ci portino altrove.
(Coperton Buick)
secondo il quale il miglior amico dell’uomo fosse il cane,
riterrei di sovvertire tale remota credenza popolare,
affermando invece che il compagno ideale del genere umano sia il divano.
Nell’antico impero ottomano era il consiglio dei ministri,
nell’ attuale transatlantico ne sentono ancora l’effetto,
visti i tempi soporiferi di nascita delle varie ed includenti leggi.
Figlio del suo antenato sofà, annovera inoltre e uomini permettendo, l’amicizia con cani, gatti e altri eventuali animali domestici.
Il divano s’inserisce, geneticamente, tra la sedia ed il letto,
svolgendo la sua immensa attività sociale tra la cena,
ed il riposo notturno.
Non tutti però seguono questo naturale processo,
mio nonno ad esempio s’addormentava sulla sedia con la tavola ancora imbandita,
chinato sul tavolo appoggiando la fronte sul dorso delle mani.
Il divano è comunque il luogo più ambito della casa,
ed ogni membro della famiglia ha il suo personale ed intrasferibile posto,
il trasgredire, anche casuale, a tale regola, puo’ portare danni irreversibili al sistema socio politico di ogni focolare domestico.
Sua maesta’ è diffusissimo in tutto il mondo,
chi piu’ chi meno ne ha uno,
qualche homeless ha solo quello.
La rivalita’ esistente tra il divano ed il letto divide i fans del pianeta,
alcune fazioni addirittura scambiano il loro utilizzo,
i saggi attribuiscono al secondo la certezza paragonandolo alla moglie,
il primo alla trasgressione e quindi all’amante.
Non c’è dubbio comunque che il divano abbia scritto pagine di storia,
senza il suo supporto fisico e morale l’umanita’ sarebbe stata di una barbaria ben più atroce.
La sua mansione terapeutica principale è quella di rilassare e coccolare il proprio inquilino, farlo sentire, almeno in quei momenti, il capo.
Munito poi di telecomando, l’utente si ritiene padrone del pianeta, che comanda a piacimento, modificandolo con una leggera pressione di tasto.
La classica copertina sugli arti inferiori completa il kit del guerriero da sofa’,
l’era moderna ha poi regalato altre armi, quali il vasetto di Nutella con cucchiaino da caffè annesso, patatine, arachidi, cioccolata, ed altre piccole leccornie da sgranocchiare per confondere il tempo.
Qualche nostalgico usa la mitica boule d’acqua calda per scaldarsi i piedi.
Il divano è tra le altre, il vero padre della tv, nonno dei vari vari Baudo e Bongiorno, bisnonno di altri dementi che riempiono la scatola catodica.
Senza il sofa’ quindi non ci sarebbe la tv, e non viceversa, perchè egli vive in totale autonomia, il canone R.A.I. dovrebbe finanziare la promozione del nostro nei paesi in via di sviluppo.
Insomma ognuno ripone nel divano, il momento della ricompensa quotidiana,
il relax fisico e mentale, il posto in cui si cancellano, per un paio d’ore, gli stress e le nevrosi assorbite nelle ore precedenti.
Proprio per questo sua maesta’ è il nostro amico piu’ caro, quello che è sempre pronto a darci tutto, senza chiedere nulla in cambio.
È quell’oggetto che ritrovi, ogni giorno, al proprio posto,
contento di vederci, di ospitarci sulla sua dolce superficie,
in attesa che il sonno ed i sogni ci portino altrove.
(Coperton Buick)
venerdì 9 maggio 2008
mercoledì 7 maggio 2008
Cerco
Cerco
(canzone)
Cerco di capire
la mia vita,
Cerco quella giusta
na,na,na,na
Cerco una vita dove trovare
tanto amoreee
uh.uh.uh
Cerco un fiore colorato
ieee, ieeee
Cerco un’isola lontana
la, la, la,la
Cerco un amico con cui giocare
Oh,oh,oh…
(E. Buick)
(canzone)
Cerco di capire
la mia vita,
Cerco quella giusta
na,na,na,na
Cerco una vita dove trovare
tanto amoreee
uh.uh.uh
Cerco un fiore colorato
ieee, ieeee
Cerco un’isola lontana
la, la, la,la
Cerco un amico con cui giocare
Oh,oh,oh…
(E. Buick)
sabato 3 maggio 2008
Se avessi
Ah, se avessi un franco in scarsela
par ogni sentimento,
un bicier de vin in tola
par ogni ridua t’ho fat far.
Ah, se avessi un credito
per ogni pacca sulle spalle,
e na mesa giornata libera
per le camise che ho sudà.
Ah, se avessi un fià de memoria
par le sberle che no go dat,
e na pipa nova
par ogni busia a fin de ben.
Ma se no avessi nient
quant meio saria,
un fià d’aria da respirar
su na nuvola in cima alla montagna,
tutta mia.
(Coperton Buick)
par ogni sentimento,
un bicier de vin in tola
par ogni ridua t’ho fat far.
Ah, se avessi un credito
per ogni pacca sulle spalle,
e na mesa giornata libera
per le camise che ho sudà.
Ah, se avessi un fià de memoria
par le sberle che no go dat,
e na pipa nova
par ogni busia a fin de ben.
Ma se no avessi nient
quant meio saria,
un fià d’aria da respirar
su na nuvola in cima alla montagna,
tutta mia.
(Coperton Buick)
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