ANCHE L'OVVIO E' IN BILICO (CARLOS)

mercoledì 30 luglio 2008

Da li mans di Carlin



Opere in miniatura scala 1:10 eseguite da li mans di Carlin.
Frisanco - Esposizione presso sede comunale
ingresso libero
tutte le domeniche dalle 16.00 alle 19.00

Nella foto
l'Osteria.
(s.b.)

Non è un paese per vecchi


“Vengo dal fondo della valle dove mister, quando sei giovane ti crescono per fare quello che ha fatto tuo padre”.
I primi versi di “The River” di Springsteen potevano essere perfetti come intro da sposare alla voce narrante, fuori campo, dello sceriffo che dice d’aver ereditato il mestiere del nonno attraverso il padre, pure lui tutore della legge.
Un tempo era un buon lavoro, soprattutto sicuro, nella fondina potevi tenerci la birra, il mondo era sostanzialmente in pace con i suoi inquilini.
Oggi invece, la pistola è carica e sempre vicina al palmo della mano, la società è quella che è, i cattivi che sono una fetta sempre piu’ grossa, non risparmiano nessuno quando è Dio denaro che decide il gioco.
Non è un paese per vecchi esonda in violenze, psicodrammi, i consumatori del male gestiscono a piacimento il nuovo ordine mondiale, i difensori del bene sono a caccia di fantasmi o di se stessi, probabilmente di entrambi.
Chi si trova in mezzo, per caso o causa, deve scegliere con chi e dove stare, sapendo che il gioco ti porterà in un vicolo cieco senza ritorno.
Cosi’ il viaggio d’una valigia piena di soldi, lascia dietro di se morte e dolore, ne fiori o abiti da festa per chi rimarrà nel deserto, ma spendere gli ultimi attimi di vita , prima che il sole e la sete facciano il resto, ad interrogarsi sulla propria innocenza o colpevolezza.
Un “Road murdered movie” perfetto, grandi paesaggi, viaggi della speranza al contrario, si fugge dall’america verso il Messico, quello che sorprende è che non si salva nessuno, non uno uscirà a testa alta e cuor leggero, ma tutti schiacciati dalla rete del male, che ti consuma fino a farti sparire.
Solo i Pitbull portano con se la cattiveria che avevano da vivi, vederli giacere induriti a terra con il muso ancora ringhiante, ti fà dubitare della loro sorte.
Josh Brolin è impressionante, il suo viso pare uscito da un laboratorio chimico, la pettinatura al limite del ridicolo, lo riveste d’una angoscia e bruttura, esagerata anche per Dario Argento.
La sua è un’interpretazione magistrale, tutto funziona, l’espressione sempre uguale, la camminata, il parlare che unisce crudeltà e cinismo.
Non è un paese per vecchi….così la pensano i fratelli Coen degli States, nazione quindi ancor più invidiabile, beati loro, se penso alla nostra , ho paura che non sia un paese nemmeno più per giovani.

(Coperton Buick)

lunedì 28 luglio 2008

John Mellencamp

produced by T Bone Burnett

Federico Tavan

“Niente gli è stato risparmiato nella vita, e pochissimo gli è stato dato.
Ma quel pochissimo è stato una cosa grande:
il privilegio e la maledizione di essere nato poeta, di essersene reso conto,
di aver voluto assecondare la propria voglia di scrivere, di raccontarsi.”
(Anna De Simone)

FEDERICO TAVAN
NOSTRA PREZIOSA ERESIA


Fotografie di
DANILO DE MARCO

14 settembre-5 ottobre 2008
Ex Scuola “Giovanni Antonio da Pordenone”
Pordenone via Bertossi

AL DESTIN DE UN OM

‘AL PODEVA CAPITATE ANC A TI
NASCE T’UNUN PEGNATON
TRA ZOVATZ E ZUFIGNES
DE STRIES CENCJA PROZES
E AL DOLOUR GRANT DE ‘NA MARE.
ME SOJ CJATAT A PASSA
DA CHE BANDES’

Il destino di un uomo
Poteva capitare anche a te
nascere in un pentolone
tra rospi e intrugli
di streghe senza processo
e il dolore grande di una madre.
Io mi sono trovato a passare
da quelle parti.

(s.b.)

venerdì 25 luglio 2008

REM BABY REM

24 luglio 2008 - Accellerate Tour - Villa Manin Passariano, Udìn.
©Buick Brothers Magazine

Un segno incancellabile

«Non esiste un’arte astratta. Si deve sempre cominciare con qualcosa, e dopo si può eliminare ogni traccia di realtà. Allora non si corre più nessun rischio, perché l’idea della cosa ha lasciato nel frattempo un segno incancellabile: è quello che ha messo originariamente in movimento l’artista, che ha stimolato le sue idee, ha dato slancio ai suoi sentimenti. Le idee e i sentimenti rimarranno infine imprigionati all’interno del suo quadro; qualunque cosa succeda loro, non potranno più sgusciare via. Essi costituiscono un tutto unico con il quadro, anche quando la loro presenza non è più distinguibile. Che all’uomo piaccia o no, egli è lo strumento della natura.»
Pablo Picasso
(Scelto da Anna Tample)

Piena e vuota

Con la bocca piena
non si parla,
con la pancia piena
si sta’ bene,
con la tasca piena
ancora meglio.
Con la bocca vuota
si parla,
con la pancia vuota
lo stomaco brontola,
con la tasca vuota
ancora di più.

(Coperton Buick)

mercoledì 23 luglio 2008

Indimenticabile vitt...

Chi non ha mai avuto il mitico Jacovitti alzi la mano!
(S.B.)

Diario 1974/75 (V elementare)

Diario 1975/76 (I media)

Che succede alla Apple?

La mela inizia a marcire...? Questo articolo è tratto dall'inserto Etica&Finanza del settimanale Vita. (S.B.)

CSR. Contestata la filiera del cellulare più trendy del momento
QUEL CHE NESSUNO DICE DELL’I-PHONE
di Christian Benna

Il “gioiello” della Apple viene assemblato in una fabbrica-fortezza cinese. Dove si lavora 60 ore per 75 dollari alla settimana. E anche sul resto della catena produttiva c’è mistero. La casa di Cupertino, incassa e tace...

Altro che video chiamate,surfate sul web e scaricare musica sul telefonino.
Ad iPhone City non c’è neppure il tempo per fare uno squillo a casa.
Sgobbando 15 ore al dì, risulta persino complicato consumare i pasti decentemente e schiacciare
in pace un pisolino in dormitorio, in compagnia di centinaia di persone.
Tanto più che con i 50 dollari raggranellati in busta paga a fine mese ci vorrebbe quasi un anno di salario per mettersi in tasca l’ultimo gioiello di casa Apple. Abbonamento escluso, iTunes sigillato.
Perché campano grosso modo così i 270mila abitanti-lavoratori di Longhua, fabbrica-fortezza nel cuore produttivo della Cina (a Shenzen) di proprietà della Hon Hai Precision Industry, multinazionale di Taiwan che vanta più di 20 insediamenti in tutto l’Oriente. Lì si sfornano le punte di diamante dell’elettronica di ultima generazione, designed by Apple, ma anche i pc di Dell, le Play Station della Sony le stampanti di Hewlett Packard, i cellulari di Motorola e Nokia.
Più di mille guardie di sicurezza tengono lontani da occhi indiscreti il tesoro - quotato alla Borsa di Taiwan - di Terry Gou, il grande capo e fondatore della società, del valore di circa 40 miliardi
di dollari di fatturato (10 in più di Apple), tutti esportati all’estero per la gioia - non sempre low cost - dei consumatori occidentali. A Longhua, Apple ha messo su la sua seconda casa:
iPod e iPhone vengono prodotti e assemblati qui. Ultimo anello di una lunga catena, fatta di mille componenti, ancora impossibile da ricostruire nel dettaglio.
Ma tanto è bastato per far inghiottire la “Mela” dalla tentazione del profitto a tutti i costi, dal baco della violazione dei diritti umani. Nel 2006 la multinazionale di Cupertino è stata pizzicata
per la prima volta. Un reporter britannico del Daily Mail è riuscito a intrufolarsi nella città e a farsi consegnare testimonianze di prima mano e fotografie sulle condizioni di igiene nei dormitori e sul luogo di lavoro.
Uno scandalo in prima pagina che ha subito fatto il giro del mondo.
Come era accaduto per Nike, dopo la scoperta di minori che cucivano le sue scarpe griffata in miseri capannoni cinesi, l’episodio ha acceso lo spirito di Social Responsability dei piani alti della multinazionale.
Beccata in flagrante, l’immagine soft di Apple è finita in palese contraddizione con il «Think
different» degli spot pacifisti con John Lennon e Gandhi.
Gli investigatori spediti in fretta e furia da Cupertino hanno riscontrato le violazioni dei più elementari diritti umani, almeno per un terzo dei lavoratori l’attività superava le 60 ore settimanali. La paga effettiva era di 75 dollari, 25 in più rispetto alla denuncia del giornale inglese. Il motto del Codice di condotta per i fornitori è stato riscritto a lettere cubitali («Apple non tollera questo genere di comportamenti»), minacciando severi provvedimenti.
L’audit annuale però ha cambiato poco o nulla. Perché a differenza di Nike, che si è sforzata di raccontare, sito per sito, che cosa succede sotto il tetto dei fornitori, la riconversione Apple
resta appesa alle buone intenzioni. Di tracciabilità della supply chain c’è poco o nulla, nero su bianco ci sono solo i risultati dei controlli su non specificati siti produttivi. Sul resto della filiera
vige ancora un enorme mistero. L’improvvisa notorietà ha costretto però Terry Gou a fare un passo indietro.
Da qualche mese, dopo l’ennesima incursione dei reporter (questa volta cinesi, subito messi alla sbarra con una richiesta di danni milionari), mr. Gou ha lasciato uno spiraglio aperto all’associazionismo sindacale. Ha poi incontrato la stampa internazionale,
il Wall Street Journal, e ha mostrato i progressi del suo compound da 7 km quadrati, dove ora sono allestite anche strutture di svago (fitness, ristoranti, un ospedale). Il bilancio sociale
della Hon Hanoi per ora è solo un’insegna luminosa sul sito. Ma di questo passo rischia di sorpassare Steve Jobs anche sulla Csr.

Al nostro posto

Quando sarà l’ora,
colui che ci riceverà,
non sapendo cosa dirci e noi altrettanto,
ci rimanderà a casa.
Per quanto si possa essere stati
fuori gioco e sconnessi,
resteremo al nostro posto.

(Coperton Buick)

martedì 22 luglio 2008

Meteo previsions FVG

Miercus, ai 23 di Lui

Su dute la regjon il cîl al sarà pôc nulât e su la fasse orientâl a podaran dâsi dongje plui nûi. A matine al sarà ancjemò pluitost fresc, Aiars a regjim di brise.

(Osmer/Meteo FVG)

Vinicio

















Il tuo sito internet è molto bello: che rapporto hai con la tecnologia? Diciamo che è piuttosto difficile immaginarti mentre navighi in Internet o ti diverti alla PlayStation….


Non ho capito la domanda...

(Intervista a Vinicio Capossela -
La Repubblica)

venerdì 18 luglio 2008

Sulle impronte digitali







Minori Rom, impronte digitali: Save the Children, sono altre le misure veramente urgenti ed efficaci per la protezione dei bambini Rom


Se l’obiettivo del Ministro degli Interni Maroni è di proteggere i minori Rom, le misure da mettere subito in atto e veramente efficaci sono altre rispetto a quella delle impronte digitali che, non solo appare inutile ma rischia di produrre l’effetto contrario, spingendo ancora più ai margini e nell’invisibilità molti bambini Rom e di discriminarli pesantemente.

Queste alcune delle indicazioni e commenti di Save the Children dopo le recenti dichiarazioni del Ministro degli Interni Maroni sul censimento e schedatura della popolazione Rom residente in Italia, compresi i bambini e i minori Rom.

“Save the Children ha di recente condotto una ricerca qualitativa sulla condizione delle donne e dei bambini Rom e da anni lavora, anche in collaborazione con le istituzioni della Giustizia Minorile, con molti minori stranieri o neocomunitari, anche di etnia Rom, in condizioni di particolare vulnerabilità e marginalità”, ricorda Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.

“Alla luce di questa esperienza sul campo, chiediamo e raccomandiamo al Ministro Maroni, come già fatto con i suoi predecessori, di mettere subito in atto alcune misure che possono realmente offrire protezione e opportunità a molti minori Rom, contribuendo a farli uscire da quelle condizioni di povertà e marginalità alla base di fenomeni di sfruttamento e illegalità. Nello specifico”, prosegue Valerio Neri, “Save the Children chiede al Governo investimenti e politiche per promuovere l’inserimento lavorativo e abitativo dei Rom e il superamento dei campi Rom e della segregazione abitativa, affinché le famiglie non siano indotte dall’estrema indigenza o dalla mancanza di strutture idonee a mandare i minori a svolgere attività su strada. Inoltre chiediamo che sia data la possibilità ai minori Rom di essere inseriti in percorsi di istruzione e inserimento lavorativo e che, nel rispetto dell’obbligo formativo, possano iniziare a lavorare e guadagnare in tempi rapidi anche attraverso borse lavoro. Infine chiediamo che sia incrementato l’impiego di educatori “alla pari”, cioè di operatori che per esperienze vissute, età, nazionalità sono vicini ai minori Rom e possono quindi supportali con più facilità e contattarli e agganciarli sia all’interno dei campi che su strada”.

“Queste misure, se adottate su ampia scala e sul lungo periodo, possono veramente contribuire a migliorare le condizioni di molti minori Rom, mettendoli al riparo da fenomeni di sfruttamento e dalla caduta in attività illegali”, prosegue il Direttore Generale di Save the Children Italia.

“Al contrario, il ricorso alle impronte digitali ci sembra una misura inutile e non necessaria non solo perché non ci sembra contribuisca in modo significativo alla protezione e sicurezza dei minori ma soprattutto perché li discrimina rispetto a tutti gli altri bambini ai quali tale misura non viene applicata. Inoltre temiamo che il rilevamento delle impronte digitali potrebbe spingere eventuali sfruttatori a tenere nascosti e ancora più segregati quei minori Rom vittime di sfruttamento, rendendoli invisibili e inaccessibili a coloro – forze dell’ordine, servizi sociali, istituzioni della giustizia minorile - chiamati a proteggerli. Come Save the Children”, conclude Valerio Neri, “siamo disponibili a mettere a disposizione del Ministro Maroni le nostre competenze ed esperienze e a dare il nostro contributo in favore e a supporto dei minori Rom e di tutti quei bambini in condizioni di particolare vulnerabilità e difficoltà”.

Ufficio stampa Save the Children Italia

giovedì 17 luglio 2008

mercoledì 16 luglio 2008

Non fischiare balordo

Non fischiare balordo…abbi creanza, osserva tutto quel trafficare giù a valle…quel trafficare di trafficanti trafficati…umida umanità liquida, telecomandata, telescontata…ci siamo anche noi due vecchio pistone…siamo là in mezzo…guardati e riguardati, osserva bene…osserviamoci…la transumanza del nulla, il formicaio, tutto quel trascinare…osserva l’osservanza, le promesse…tutto quel gran daffare a sottocosto...compagnie deambulanti...sentimenti claudicanti...umida umanità liquida…
(Stock Buick)

martedì 15 luglio 2008

Soul driver

SOUL DRIVER
ovvero il disco che gira e rigira in macchina

Ci sono periodi in cui ascolti un po' di tutto
e altri in cui non sai cosa ascoltare o ti consegni alla radio.
Ci sono periodi invece
dove è il disco che ti sceglie e non ti molla.

(Stock Buick)


Satisfy My Soul
Oh, please don't you rock my boat (don't rock my boat)
'Cause I don't want my boat to be rockin' (don't rock my boat)
Oh, please don't you rock my boat (don't rock my boat)
'Cause I don't want my boat to be rockin' (don't rock my boat)

lunedì 14 luglio 2008

Incontrarsi

Incontrarsi

Il piacere di vedersi spesso,
evita il dispiacere, quando ci s’incontra raramente,
di vedersi invecchiare.

Incontrarse
(dialet version)

El piaser de vederse spés,
ne risparmia el dispiasér,
quando se se vede poc,
de vederse inveciar.

(Copp Buick)

domenica 13 luglio 2008

Come on Bob



Well I came by your house the other day, your mother said you went away
She said there was nothing that I could have done
There was nothing nobody could say
Me and you we've known each other ever since we were sixteen
I wished I would have known I wished I could have called you
Just to say goodbye Bobby Jean

Now you hung with me when all the others turned away turned up their nose
We liked the same music we liked the same bands we liked the same clothes
We told each other that we were the wildest, the wildest things we'd ever seen
Now I wished you would have told me I wished I could have talked to you
Just to say goodbye Bobby Jean

Now we went walking in the rain talking about the pain from the world we hid
Now there ain't nobody nowhere nohow gonna ever understand me the way you did
Maybe you'll be out there on that road somewhere
In some bus or train traveling along
In some motel room there'll be a radio playing
And you'll hear me sing this song
Well if you do you'll know I'm thinking of you and all the miles in between
And I'm just calling one last time not to change your mind
But just to say I miss you baby, good luck goodbye, Bobby Jean


Copyright © Bruce Springsteen (ASCAP)

giovedì 10 luglio 2008

Un anno di Blog!

358 ARTICOLI
7.489 CONTATTI


SPECIAL THANX TO ALL OUR FANS
AND TO ALL OUR FRIENDS
TO ALL OUR WIVES
TO ALL OUR GIRLFRIENDS
TO ALL OUR SONS, KIDS AND CHILDREN
AND TO ALL OUR GIRLS IN THEIR SUMMER CLOTHES
TO ALL OUR HOMBRES
TO OUR NATO AND UANCH
TO THE KING OF THE PUNK ANDREA FAUSTINO PICCININ
TO ALL BOROGOMEDUNA PEOPLE
TO ALL PRISONERS OF ROCK'N'ROLL

BUT
LAST BUT NOT LEAST
LAST BUT NOT LEAST

SPECIAL VERY AND MANY AND VERY VERY THANX
TO

EARTSTOPPINPANTSDROPPIN
HOUSEROCKINBRAINSHOCKIN
EARTHQUAKINBOOTYSHAKIN
VIAGRATAKINHISTORYMAKIN
LOVEMAKINSEXIFYINELECTRIFYIN
LEGENDARY ........LEGENDARY

LEGENDARY
E BUICKBLOGGERS BAND

RINO THE LITTLE PRINCE SPINA ON THE PIANO
DR. HOUSE ON THE DRUMS
BIG JOE WALTER FIORIN ON THE GUITAR
ALESSANDRO SEAN PENN DORIGO ON THE FENDER GUITAR
MIRCO INDEX FINGER CUSIN ON THE BASS
TONI ANTONIO LO RUSSO SATTA ON THE SAXOPHONE


TENCHIU
UI LOVIU

(THE BUICK BROTHERS)





mercoledì 9 luglio 2008

Ode al muratore

Ode al muratore
Pablo Neruda

Il muratore
dispose
i mattoni.
Mescolò la calce, lavorò
con la sabbia.

Senza fretta, senza parole
fece i suoi movimenti
erigendo la scala,
livellando
il cemento.

Spalle rotonde, sopracciglia
su due occhi
severi.

Lento andava e veniva
nel suo lavoro
e dalla sua mano
la materia
cresceva.

La calce coprì i muri,
un pilastro
levò in alto
la sua nobiltà,
e il tetto
frenò la furia
del sole esasperato.

Da un punto all'altro
andava
con mani tranquille
il muratore
rimuovendo
materiali.

E alla fine
della
settimana,
i pilastri,
l'arco,
i figli
della calce, della sabbia,
della saggezza e delle mani,
inaugurarono
la semplice saldezza
e la frescura.

Oh che lezione
m'ha dato col suo lavoro
il muratore tranquillo!

(s.b.)

lunedì 7 luglio 2008

22 Dreams

Con lui l’imprevedibile è sempre dietro l’angolo come del resto lo sguardo volpino dell’eterno ragazzo sempre in gara con la vita. È proprio lui, quello dei Jam e degli Style Council, il king del ModWave ’80 al quale stuoli di nuove formazioni Brit devono rispetto e riconoscenza assoluta. Paul Weller mette in scena “22 Dreams”, il suo nono lavoro in studio, sessantotto minuti suddivisi in 21 takes di scorribanda sonora create come per un doppio album ma concentrate in un solo cd, ed è il Paul Weller più elettrizzante e variegato che mai si possa rintracciare nella sua discografia solista.
(Massimo Sannella - Mescalina)

Un disco di serie A per un interprete che non sembra assolutamente intenzionato ad ammainare la bandiera della propria creatività.
(Rockaction)

E’ un vero piacere quindi poter annunciare che, giunto al traguardo fatidico dei 50 anni, il Modfather ha ritrovato il gusto di tornare a stuzzicare il proprio incredibile talento, di mettersi al servizio di una visione musicale meno “seduta”, più versatile e coraggiosa.
(Claudio Andrizzi - MusicaeDischi)

domenica 6 luglio 2008

Blogger e reati d'opinione

Se cercate sul Web www.accadeinsicilia.net spunta una pagina bianca con la scritta «Sito in allestimento. Se state cercando il sito di Carlo Ruta visitate www.leinchieste.com».
E’ stato oscurato oltre quattro anni fa - come si usa in Cina - il blog AccaddeInSicilia.net e da allora l’americano che ne ha comprato il dominio non ne ha ancora fatto nulla. Ma, come si confà alle regole di scambio della Rete, offre il link al nuovo sito del suo ex proprietario, lo storico siciliano Carlo Ruta, 55 anni, giornalista e saggista, vittima di una vicenda kafkiana che lo ha costretto a migrare tutto il suo lavoro di documentazione su www.leinchieste.com: aperto con gli stessi contenuti del sito oscurato (dalle indagini sull’omicidio del giornalista Giovanni Spampinato alla strage di Portella della Ginestra fino agli affari anomali della Banca Agricola Popolare di Ragusa per citare le più gettonate). Registrato - miracoli della Rete - non più in Sicilia, bensì in salvo su un server americano.

Ovvio che chi lo voleva chiudere non si è ritenuto soddisfatto. Così è arrivata prima una condanna per diffamazione a sette mesi di carcere in primo grado e lo scorso 8 maggio il Tribunale di Modica lo ha condannato per il reato di «stampa clandestina». E’ esplosa la protesta dei blogger.

La prima volta
«E’ la prima volta in Europa che un blogger viene condannato per stampa clandestina, un reato penale, retaggio del fascismo, che punisce con la reclusione fino a due anni o con la multa fino a euro 250 “chiunque intraprenda la pubblicazione di un giornale o altro periodico senza che sia stata eseguita la registrazione prescritta dall’art.5”. Ricevo solidarietà perchè tutti i blog sono a rischio» commenta Ruta, che è da anni oggetto di minacce mafiose. Lui e la sua famiglia: una moglie redattrice in una casa editrice locale «molto preoccupata, ma non mi ha detto mai di smettere» e due figli adolescenti cresciuti nel «cono d’ombra», come lo chiama Ruta, abituati al clima del «Gulag Sicilia», il titolo del suo libro sull’omicidio di Giovanni Falcone edito da Rubbettino. «Ho ricevuto 25 denunce, ma ho vinto quasi sempre perchè ero ben documentato, sebbene le procure di Modica, Ragusa, Messina e Catania in questi anni abbiano fatto di tutto per screditarmi».

Il tam-tam della Rete ha portato il caso all’attenzione di sessanta storici italiani, che hanno firmato una lettera aperta di solidarietà a Ruta che esprime «preoccupazione» per gli effetti della sentenza sull’attività di ricerca e contesta l’inedita valutazione dei siti Internet con le norme della carta stampata.

«La sentenza richiama alla memoria metodi censori propri di regimi politici non compatibili con una piena libertà democratica e potrebbe ripercuotersi contro chiunque svolga coraggiosamente funzioni di informazione civile in contesti ambientali sfavorevoli».

L’appello, diffuso nell’ambito della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (Sissco), è stato lanciato da alcuni noti ricercatori e storici. «La sentenza ci preoccupa, ma non arriva del tutto inattesa» spiega il primo firmatario, Carlo Spagnolo. «Purtroppo anche fra noi storici finora non tutti hanno percepito le implicazioni di queste cose con la libertà di ricerca, di documentazione e di espressione delle libere opinioni specialmente in materie delicate quali i rapporti fra mafia, politica e affari di cui si occupava, fra l’altro, il sito oscurato».

La mobilitazione
In Italia il caso Ruta si aggiunge a quello di un altro blogger, il giornalista calabrese Antonino Monteleone, 23 anni, che ai primi di giugno si è visto mettere il suo blog (www.antoninomonteleone.it) sotto sequestro dalla magistratura di Reggio Calabria perchè ha pestato i piedi all’onorevole Giuseppe Galati (Udc), che non si è accontentato di una rettifica.

Secondo il rapporto annuale World Information Access dell'Università di Washington sarebbero 64 dal 2003 ad oggi i blogger arrestati per reati di opinione - ovvero per aver espresso il proprio pensiero attraverso i propri «post» (pubblicazioni) - e il dato cresce, di anno in anno, in misura esponenziale anche in Paesi quali l’inghilterra, la Francia, gli Stati Uniti. «Siamo tutti clandestini» scrive sul Barbiere della Sera il blogger Antonello Tomanelli di «www.difesadellinformazione.com».

Tra i blog mobilitati per Ruta e Monteleone c’è quello di Beppe Grillo. L’unione fa la forza, ma la legge si presta a interpretazione e non è affatto detto che i blogger la spuntino facilmente. Che cosa farà adesso, Ruta? «Francamente speravo in un’assoluzione, sono stanco...Ma ricorrerò appello e cercherò di vincere». Stavolta, dalla sua, ha la rete dei blogger.

(da semidiceviprima.ilcannocchiale.it)

sabato 5 luglio 2008

News

"Domani serata aQstik"
Così dice la locandina esposta presso l'osteria da Bepi a Budoia.
(c.b.)

venerdì 4 luglio 2008

Felicità

Felicità è star solo d’estate,
nella città deserta,
sulla tazza del cesso,
con la porta aperta.

(Dino Risi)

mercoledì 2 luglio 2008

Emergenza democratica

(Caimano nero)

(Caimano nano: regnoanimale.net)

«Quando la maggioranza sostiene di aver sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia».
Umberto Eco - Italia - 2 luglio 2008

«Leggi-canaglia e non opposizione: è emergenza democratica».
Antonio Tabucchi - Italia - 1 luglio 2008

(s.b.)


Spirit in the night

Milano Stadio G.Meazza, Mercoledi’ 25/06/08

Il 14° sigillo mi permette di allungare, nella classifica internazionale, su Milan e Real, è il primo da blogger, il primo senza i vecchi compagni di viaggio.
Vengo ingaggiato dalla Big Joe Walter band, formazione dell’interland Veneziano, che annovera tra le sue fila loosers del Nord est, delle marche ed altre zone di confine comprese una sede a Dublino .
Walter catalizza gli avvenimenti, gestisce le risorse, in questa occasione collabora con Autovie venete per rendere scorrevole la nostra gita verso il paesotto meneghino.
Nel nostro mezzo di trasporto, vera base mobile informatica, vengono elaborati tutti i dati necessari alla buona riuscita dell’impresa, i cellulari sono intasati dalle varie richieste che riguardano il traffico, le temperature dell’aria, dell’asfalto, l’umidita’, l’umore, la pressione atmosferica, quella delle gomme, e stati d’animo vari.
Parte Badlands, Big Joe che ha acquistato i diritti per la suoneria ipotecando il suo locale, la sua casa, la sua compagna e tutta Concordia S., risponde non accorgendosi che è diffusa dalla radio, si crea un attimo di panico, per un momento pensiamo che sia iniziato il concerto, 5 ore prima, come da disposizione del comune milanese per fronteggiare un’invasione di cavallette turche.
Il tragitto che porta dal parcheggio, miracolosamente trovato subito, allo stadio, ci presenta una Milano irriconoscibile, molto verde, erba appena tagliata, costruzioni che ricordano Amsterdam, ma camminando incontriamo l’unico fuoriclasse interista vivente, che indossa la sua maglietta nerazzurra con il nome johnny ed il numero 99, ha in mano quelle bottiglie di metallo che usavano i cowboy lontani dai saloon, da come mi guarda e cammina direi che dentro non ci dovrebbe essere il Gatorade.
L’incontro con i fantas friulani è nel parcheggio dello stadio, dove le auto non sostano, e loro sono piazzati in prima fila, pronti per entrare, per uscire poi piu’ tardi. Veniamo accolti come capi di stato, le tavole imbandite di prodotti tipici fanno sentire di essere a Sauris piuttosto che al Meazza.
La presenza dell’85 mi conferisce privilegi simili a quelli del Pontefice, mi spetta l’onore della prima fetta di Prosciutto di S.Daniele seguito dall’ossocollo, tagliato con armi da guerriglia cosi spesso, che se rimane fra i denti, lo espelli la prossima tournee’.
Nella Milano da bere, la compagnia friulana, assolve al meglio il proprio ruolo.
Le chiacchiere riportano alla presenza di Springsteen a S.Remo di qualche stagione fa’, le fazioni si dividono tra l’elogio e la critica, ma prima di arrivare ad uno scontro (verbale), complice la birra che esalta il meglio di ognuno, prevale il buon umore e gli evviva per il festival e Pippo Baudo.
Non è mia intenzione recensire il concerto, il tempo m’ha insegnato che è pericoloso giocare con il fuoco tanto quanto guardare il sole, per questo rimando i fans alle testate competenti.
O si crea il giusto distacco, altra cosa che non mi compete, oppure si passa per estremisti fanatici, trasmettendo l’idea d’aver passato una delle piu’ belle serate della propria vita.
Gia’ l’intro mi colpisce, ti aspetti di vedere uscire Bruce accompagnato da Stanlio e Olio, della set list, che pare sia cambiata sul palco, mi permetto di nominare solo due canzoni quali “Racing in the street” e “Because the night”, la prima invocata spesso nel pomeriggio, e’ talmente emozionante da paralizzare i 70 mila presenti, la seconda sfoggia un lungo inizio di piano ed un assolo piroettante di Nils da portare sulla propria isola deserta.
Ritengo, ancora oggi un live di Springsteen imperdibile, tutto il concerto in piedi, pur avendo un posto a sedere, sono comunque un segno che, malgrado gli anni che passano, le vibrazioni arrivano ancora molto forte.
Ho visto(il futuro del R’n’R’?) moltissimi giovincelli, a garantire una continuazione a quelle generazioni di cinquantenni prima e quelli della mia poi, un
passaggio di testimone che non voglio ancora mollare ma stringere ancora piu’forte, e accompagnare i neofiti, come succede al vecchio ed esperto giocatore che cammina in campo e fa’ correre palla e compagni.
Per noi fans,aver assistito negli anni alle tre date nel tempio del Rock, e’ come per i cattolici ricevere i sacramenti quali il battesimo, la comunione e la cresima, quindi la prossima volta sara’ il matrimonio a garantirci un’altra grande festa.
Un’ altra canzone voglio ricordare, non perche’ sia la piu’ bella o la piu’ importante, ma perche’ questa sera ha un significato particolare, il mio spirito la invoca lungamente, lo sguardo di Springsteen incontra migliaia d’occhi ma non quelli di cui stiamo parlando, e anche un’artista s’accorge quando qualcuno che conta non c’e’, e mentre le note partono, insieme ai brividi lungo la spina dorsale, rivolgo un pensiero malinconico agli amici con i quali si condividevano queste serate, in particolare una speciale dedica, con il cuore in mano, a fratello Stock, che lo spirito della notte aiuti a riprendere quel viaggio, vista la strepitosa forma di Bruce, ancora molto lontano dal traguardo.

“Now you hung with me when all the others turned away turned up their noise
We liked the same music we liked the same bands we liked the same clothes
We told each other that we were the wildest, the wildest things we'd ever seen
Now I wished you would have told me I wished I could have talked to you
Just to say goodbye Bobby Jean”


(Coperton Buick)
foto: Corriere della Sera

martedì 1 luglio 2008

Thyssen Italia

Saluteremo il signor padrone

Saluteremo il signor padrone
Per il male che ci ha fatto
Che ci ha sempre maltrattato
Fino all’ultimo momen’
Saluteremo il signor padrone
Per la sua risera neta
Pochi soldi in la casseta
Ed i debiti a pagar

Macchinista macchinista faccia sporca
Metti l’olio nei stantuffi
Di risaia siamo stufi
Di risaia siamo stufi
Macchinista macchinista faccia sporca
Metti l’olio nei stantuffi
Di risaia siamo stufi
A casa nostra vogliamo andar

Con un piede con un piede sulla staffa
E quell’altro sul vagone
Ti saluto cappellone
Ti saluto cappellone
Con un piede con un piede sulla staffa
E quell’altro sul vagone
Ti saluto cappellone

(Trad. Popolare)

Secondo la procura, i dirigenti della multinazionale si sarebbero comportati
con "superficialità e leggerezza al fine di risparmiare denaro".
Erano al corrente dei possibili rischi che correvano gli operai,
ma non finanziarono investimenti negli impianti di sicurezza
perché avevano già deciso di chiudere la fabbrica nel giro di sei mesi.

(La Repubblica)

(s.b.)