ANCHE L'OVVIO E' IN BILICO (CARLOS)

sabato 10 marzo 2012

W L'ITALIA!!

Le Leggi dèmodè


Sabato, 10 marzo 2012 - 14:20:00

Quando ero giovane ho speso una parte non irrilevante della mia vita studentesca per apprendere i cardini del Diritto, in tutti i Paesi civili del mondo. Tra l’altro ho imparato che dove non governa un dittatore, esiste la divisione dei poteri: un Parlamento emana le Leggi, il capo dello Stato le promulga, una qualche Gazzetta Ufficiale le pubblica e da quel momento i Giudici le applicano.
Così accadeva anche in Italia…. a quanto pare fino al 9 marzo del 2012 perché ieri una sezione della Cassazione ha sancito che tutto ciò non basta. Alcune persone tuttora sono chiuse in qualche galera perché ritenute colpevoli del reato di “associazione esterna alla Mafia”, ebbene, se la Legge è ancora uguale per tutti, domani dovranno essere messe in libertà perché la Legge che sanziona quel reato è dèmodè. Così si è espressa la Cassazione, seguendo il Procuratore, in merito all’imputato Dell’Utri, condannato in prima e seconda istanza a nove e sette anni di carcere in base a quella Legge.
Incredibile ma vero: la Cassazione ha stabilito che non basta che una Legge sia in vigore, occorre che la gente ci creda, infatti ha stabilito che il processo a Dell’Utri deve essere ripetuto perché si tratta di un reato indefinito a cui non crede più nessuno. (sic!).
Al diavolo le ore spese a studiare il Diritto Romano e d’altri Paesi e filosofia del Diritto e le origini delle norme che regolano la vita civile in ogni Paese. Tutte bubbole sorpassate dal concetto di consenso, di chissà chi. Rilevato con imperscrutabili analisi demoscopiche (di mercato?) fatte da un Procuratore, finalmente moderno e up to dated. Addio, Parlamento a cui solo compete, nelle democrazie, la responsabilità di captare le pulsioni etiche del popolo e tradurle in Leggi, pur che coerenti con la Costituzione e le fondamenta del Diritto. Perché, per esempio, se di moda fosse malmenare e uccidere qualcuno, magari perché straniero, o di colore, o se qualche altra idea aberrante trovasse consenso tra la popolazione, nessun Parlamento sarebbe legittimato a seguire quell’abominio producendo leggi coerenti con essa.
Invece, da ieri, per una sezione della Corte di Cassazione ai giudici è concesso di ignorare una legge perché – a loro dire- non convince più nessuno.
E poi, ad abundantiam, per supportare la loro stravagante sentenza hanno affermato che per quel reato, per definizione, sono irreperibili prove tangibili di colpevolezza. Vero! Nessun imputato di quel reato è stato sorpreso a uccidere un picciotto della cosca rivale, nè a spacciare droga, né a riscuotere il pizzo. Se così fosse sarebbero stati imputati di appartenenza a una cosca mafiosa e non di associazione esterna alla mafia. Per definizione, la colpevolezza o meno, in quella fattispecie di reato la si può solo dedurre da una serie di indizi, di fatti, episodi, circostanze non evidenti come per il reato padre (appartenenza alla mafia) ma pur sempre significativi. Primo fra tutti la frequentazione con elementi mafiosi, averne tratto, o potuto trarre, vantaggi di vario e indefinito carattere. Non occorre, insomma essere sorpresi con una pistola fumante in mano, ma aver avuto sistematici, continui rapporti e aver detto certe frasi intercettate e aver usato certi codici e aver tratto (o cercato di trarre) certi risultati che provano, logicamente e al di la di ogni ragionevole dubbio, che quella fattispecie, solo apparentemente evanescente, di reato si è configurata nel comportamento dell’imputato.
E questo, nel caso di Dell’Utri è tanto provato che neppure la Cassazione ha potuto misconoscere.
Perciò ha dovuto introdurre l’inverosimile concetto di reato di moda, e/o di reato desueto e comunque, dell’impossibilità di provarne la colpevolezza per mancanza di una pistola fumante in mano all’imputato.
Forse la Cassazione ignora l’esistenza dei processi indiziari… e quello che diceva Agatha Christie: tre indizi costituiscono prova. Nel caso di specie di indizi a carico dell’imputato credo ce ne fossero svariate decine, distribuite nel tempo e nello spazio.

Viva l’Italia!

RENZO MODIANO 
(fonte  http://affaritaliani.libero.it/cronache/dell-utri-100312.html?refresh_ce)



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