Gregari o capitani, mediani o centravanti, nessuno vuol tirare per nessuno, ognuno vuole tagliare il traguardo per primo.
Tutti vogliono segnare e nessuno sta’ in difesa, capitava così anche per Andrea Marchetti indimenticato portiere dell’Aurora, sempre più vicino alla porta avversaria che alla sua.
Operai e direttori, anche qui tutti vogliono dirigere e comandare, nessuno vuole produrre, costruire, modellare, limare, sudare, gocciolare e puzzare.
E potrebbe forse essere il contrario? Il vincitore di tappa si becca due baci da due gnoccoline, il secondo forse una telefonata dalla moglie (se c’e’), il terzo, sedicesimo, centoventicinquesimo una pacca sulla spalla e l’asciugamano per togliersi di dosso 250 km di sole, pioggia, grandine e probabilmente qualche vaffa.
Non parliamo poi dell’attaccante già di per sé, nell’immaginario collettivo , divinità da adorare, odorare, coccolare, che ad ogni gol compagni di squadra, migliaia di tifosi innalzano ad eterno eroe.
Il mediano che ha percorso 100 km in 90 minuti, toccato 3 palloni (rigorosamente di prima), preso e dato 82 pedate in ogni parte più o meno in ombra del corpo, anche a questo giullare del popolo viene tributato il cosiddetto bravo (mona).
E il grande direttore che divide le acque dove passa, emana il profumo dell’uomo felice, benedice e maledice a ogni alzata di braccio, distribuisce soldi a destra (tasca) e a manca (mai successo), controlla e pesa ogni movimento, sale e scende sempre dal gradino più alto, angoscia con i suoi perfidi ordini la plebe sottostante.
Ma anche l’operaio ha le sue soddisfazioni, una bella mensilità di 1000 euro, una moglie (che non lavora ma rompe i coglioni) e due figlie femmine (ved. Madre) da mantenere.
Otto ore in fabbrica in linea verniciatura a sniffarsi esalazioni di formaldeide e merde similari,
quattro colleghi di 20 anni che lo sputtanano ogni volta che respira, e bestemmie che si materializzano in pedate nel culo.
Ma il tutto poi viene lenito ed alleggerito la sera davanti all’elettrodomestico preferito (tv), guardando magari qualche bel gioco di scatole che contengono forse soldi, sogni, speranze, ma sicuramente la certezza che il mattino dopo alle 6 una sveglia ti dirà che è ora di riprendere, che i sogni sono rimasti nelle scatole, che le tue sono piene…e bla...bla…bla…
COPERTON BUICK
Nessun commento:
Posta un commento