martedì 29 settembre 2009
Punto e virgola
A: El ministro del lavoro el dis che, nelle fabbriche, le' tut tranquillo.
V: Par forsa, no le' pi' nissun dentro.
Coperton Buick
sabato 26 settembre 2009
Salviamoci la pelle
Stamattina mi sveglio e come sempre,
per primo, m'accendo la sigaretta,
anzi mi sono cosi' evoluto che la trovo gia' accesa.
E' li che m'aspetta e si consuma lentamente,
sporgendo dal bordo del comodino, quel tanto che basta a non bruciarlo.
Un reperto bellico comprato a Bellaria nel '72
al mercatino dell'usato inutile.
Ormai non sopporta piu' nulla,
esclusa la presenza della sigaretta,
che gli trasmette calore e compagnia.
Dal bordo letto prendo la camicia viola del venerdì,
getto i piedi nelle infradito e mi ritrovo in strada verso il mare.
Sono accompagnato dal sole d'estate, che ancora non s'e' accorto
dell'inizio dell'autunno.
In spiaggia li vedo ancora lì, i turisti, che non mollano
ancorati ai loro asciugamani firmati,
con le loro facce beate da viaggiatori di fine stagione.
Non mi rimane che il mesto rientro a casa,
rituffarmi in letto, aspettando che la sera si porti via il sole,
assieme a quelle presenze insopportabili.
giovedì 24 settembre 2009
Punto e virgola
A: Me son iscritto a Facebook
V: Te avria vist meio su Facecul.
Coperton Buick
mercoledì 23 settembre 2009
HAPPY BIRTHDAY, BRUCE!
At night we ride through mansions of glory in suicide machines
Sprung from cages out on highway 9,
Chrome wheeled, fuel injected
and steppin' out over the line
Baby this town rips the bones from your back
It's a death trap, it's a suicide rap
We gotta get out while we're young
'Cause tramps like us, baby we were born to run
Wendy let me in I wanna be your friend
I want to guard your dreams and visions
Just wrap your legs 'round these velvet rims
and strap your hands across my engines
Together we could break this trap
We'll run till we drop, baby we'll never go back
Will you walk with me out on the wire
'Cause baby I'm just a scared and lonely rider
But I gotta find out how it feels
I want to know if love is wild
girl I want to know if love is real
Beyond the Palace hemi-powered drones scream down the boulevard
The girls comb their hair in rearview mirrors
And the boys try to look so hard
The amusement park rises bold and stark
Kids are huddled on the beach in a mist
I wanna die with you Wendy on the streets tonight
In an everlasting kiss
The highway's jammed with broken heroes on a last chance power drive
Everybody's out on the run tonight
but there's no place left to hide
Together Wendy we'll live with the sadness
I'll love you with all the madness in my soul
Someday girl I don't know when
we're gonna get to that place
Where we really want to go
and we'll walk in the sun
But till then tramps like us
baby we were born to run
martedì 22 settembre 2009
La morte di Sanaa
Credo che tutti noi, italiani ed immigrati, dobbiamo essere disponibili a cambiare la nostra vita.
Quando si viene in Italia tutto cambia. Mille sensazioni ed esperienze nuove si presentano davanti alle persone che arrivano piene di speranza, ma l’Italia è un paese molto differente da quelli d’origine degli immigrati.
Da quando si mette piede in Italia nulla può essere più come prima e non si può vivere in Italia come se fossimo in Marocco, in Bangladesh, in Ghana, in Macedonia o in altri paesi.
I nostri figli vanno a scuola insieme, lavorano assieme, si parlano, si frequentano.
È inevitabile che fra di loro nascano relazioni. Per gli uomini e le donne di fede questo mescolarsi è una manifestazione della volontà di Dio. Per altri un fatto inevitabile, naturale.
La pretesa di far vivere la famiglia isolata o, al massimo, in relazione solo con altre famiglie di connazionali, è fuori dalla realtà, non ha senso, si scontra con la realtà. E genera violenza, perché i giovani figli degli immigrati non accettano di vivere da estranei coi loro coetanei. Nasce da qui la violenza, soprattutto contro le ragazze, che sono la parte più debole e nel contempo i soggetti in cui la spinta al cambiamento agisce in modo più forte, perché cambiare significa soprattutto generare nuovi esseri umani e questo è un compito che spetta alle giovani donne. È stato così per Hina a Brescia, così per Sanaa a Pordenone.
Quando davanti a noi si presentano le difficoltà a capire l’Italia ed il suo modo di vivere, noi tutti, immigrati ed italiani, dobbiamo aprirci, dobbiamo parlare ed incontrarci per discutere di queste differenze e delle diversità. Non esistono luoghi separati nei quali evitare il dialogo e coltivare la differenza e promuoverla: le case dei marocchini o dei macedoni in Italia non potranno mai essere pezzi di Marocco o Macedonia in Italia. Lo stesso Centro culturale islamico di Pordenone è un pezzo d’Italia, nel quale gli islamici debbono imparare a diventare buoni italiani senza rinunciare ad essere islamici e nel quale noi italiani possiamo imparare a conoscere l’Islam. Ovviamente il ricordo delle origini e la nostalgia del vostro paese lontano sono sentimenti necessari e che ci saranno sempre. Noi friulani conosciamo bene questi sentimenti.
Ma cosa significa aprirci? E con chi debbono parlare gli immigrati, soprattutto quando vivono una condizione di difficoltà, com’è successo alla famiglia di Sanaa?
Molti lo fanno già, con le assistenti sociali dei loro comuni. Molti lo fanno con l’Imam ed i suoi collaboratori. Altri coi compagni di lavoro, altri coi vicini di casa. Quel che chiedo a tutti è di aiutare quelle famiglie che sono più in difficoltà ad aprirsi e dialogare, come evidentemente è successo al padre ed alla madre di Sanaa.
Le assistenti sociali del Comune di Pordenone hanno da sempre un buon rapporto con l’Imam ed i suoi collaboratori. Grazie a questo buon rapporto abbiamo affrontato molte situazioni difficili e calmato molte tensioni, aiutando molti a vivere progressivamente in Italia da italiani, senza perdere alcuni principi fondamentali, come l’amore ed il rispetto per la famiglia, ma assumendone anche di nuovi, com’è per alcuni la parità di diritti e condizioni fra uomini e donne.
L’apertura al dialogo e la messa in campo di efficaci mediazioni, è un indirizzo necessario anche alle istituzioni italiane. Se ad esempio i Carabinieri ricevono la segnalazione che un padre minaccia la figlia perchè si è messa con un italiano, allora debbono sapere che si possono rivolgere alle autorità religiose della comunità di appartenenza e quali siano quelle autorità. Parlo di autorità religiose, perché ci sono altre Sanaa, figlie di famiglie cristiane dell’Africa equatoriale ed è indispensabile conoscere i pastori delle comunità evangeliche.
I sentimenti dei ragazzi si muovono molto più rapidamente della nostra capacità di costruire strumenti di mediazione. Mi ha colpito molto che, durante i funerali di Sanaa, quando l’Imam ha detto a Massimo, il fidanzato di Sanaa, che se si fosse rivolto a lui avrebbe potuto cercare un dialogo con la famiglia di lei, il ragazzo italiano abbia detto che gli pareva una buona idea, ma che non sapeva nemmeno che un Imam, a Pordenone, ci fosse. Evidentemente la stessa famiglia di Sanaa era tanto chiusa all’esterno da non far venire in mente nemmeno a Sanaa di ricorrere ad una mediazione.
L’amore che legava Sanaa e Massimo è la grande forza creativa, la parte migliore degli umani. Con l’amore noi costruiamo, con l’odio distruggiamo. Il più grande dei poeti italiani, più di settecento anni fa, ha scritto un verso magnifico: “Amor che move il sole e l’altre stelle”. Dante ci dice che l’amore muove tutte le cose del mondo.
Dio chiese ad Abramo, per misurarne la fedeltà, di sacrificargli il primogenito, Isacco. Ma nel momento in cui, affranto dal dolore, stava per farlo, glielo impedì. Qual è il significato profondo di questa storia? Io credo che Dio ci dica che la vita dei nostri figli è sacra. Anche per questo a questi figli dobbiamo dare fiducia. Essi ci ascoltano, ma soprattutto ci guardano e giudicano, capiscono se c’è coerenza fra le cose che diciamo e la vita che conduciamo. I figli si allontanano da noi, debbono farlo. Ma, se siamo stati buone madri e buoni padri, poi ritornano. Dobbiamo dar fiducia ai nostri figli, loro edificheranno un mondo molto migliore di questo nostro, pieno di violenza.
È questo il messaggio che ci lascia la storia di Massimo e Sanaa. Alla fine di tutto, resterà solo il ricordo del loro amore.
Giovanni Zanolin
Assessore alle Politiche sociali
del Comune di Pordenone
lunedì 21 settembre 2009
Punto e virgola
A: Da mort voio farme cremar.
V: Giusto, quando se rimane secchi se se fa' cremar.
Coperton Buick
giovedì 17 settembre 2009
Steel String - Corso di liuteria: terza puntata
Ogni lezione la trovate in Across the Blog al tag Steel String.
I Buick ringraziano Mastro Gigi of Santa Foca per aver donato a questo blog la propria opera, frutto d'intelligenza e passione.
Caro Gigi non dimenticare che questo posto è anche il tuo posto. Quando vuoi butta su legna.
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Dopo l’introduzione della parte teorica passiamo alla presentazione del progetto.
Innanzi tutto i riconoscimenti (credits).
Il progetto è tratto dalle indicazioni fornite dal libro “Guitarmaking Tradition and Technology” di Natelson e Cumpiano che tratta la costruzione di una chitarra classica e di una steel string flat top. Il modello di strumento presentato è, nella nomenclatura Martin’s, il Grand Auditorium con scala di 25,4” e 14 tasti liberi all’attaccatura del manico.
Il progetto fornisce i dettagli di ciascuna parte dello strumento proponendo per il profilo del manico (sezione trasversale) la forma a semicerchio, modificabile comunque a piacere.
Va sottolineato che il sistema di misura utilizzato nel libro è quello Imperiale (pollici etc.) dove le misure piccole sono espresse in frazioni (es. 2/64”).
Nella trasposizione nel sistema metrico decimale ho operato degli arrotondamenti, cercando di rispettare le misure date dall’autore.
Ho mantenuto 2 cifre decimali dopo il millimetro solo nelle misure relative alla posizione dei tasti e alla compensazione della scala.
Il progetto, ovviamente, non tratta le fasi e le tecniche di costruzione; l’argomento è talmente vasto che sarebbe stato impossibile trattarlo nei ns. brevi incontri.
Per informazioni sulle tecniche di costruzione ci sono numerosi siti, sia di dilettanti che di professionisti, che forniscono istruzioni dettagliate, basta cercare “guitar building”.
Un’ultima precisazione: il progetto viene fornito nel formato DWG 2005, nel layout sono presenti 2 tavole stampabili in scala 1:2.
Quest’ultima puntata e le tre precedenti non sono ovviamente esaustive, data la vastità dell’argomento, ma mi auguro siano state di stimolo alla vostra curiosità.
Buon divertimento.
Mastro Gigi of Santa Foca
Punto e virgola
A: Come vala coi ociai novi
V: Benon, li tegno su anca soto la doccia e quando vado a dormir.
Coperton Buick
La pigrizia
affonda i suoi artigli nelle ossa della schiena,
schiacciandoti a terra senza il bisogno
della legge di Newton,
allora senti tutta l’impotenza della volonta’.
La remota voglia di svincolarsi
sfuma man mano che le forze vengono meno,
il suolo diventa l’unico contatto possibile,
l’immobilita’ blocca ogni resistenza.
Solo quando non c’e’ piu’ nessuna possibilita’,
la pigrizia si sceglie un’altra vittima,
decide d’allargare il proprio Harem,
per inserire un nuovo trofeo.
venerdì 11 settembre 2009
Ma vattene fuori dai coglioni!!!
"Taccio per rispetto istituzionale"
PARIGI - "Se mantengo il silenzio è per un segno di rispetto e cortesia istituzionale". Il primo ministro spagnolo Josè Luis Zapatero risponde ai giornalisti, a margine del suo incontro a Parigi con il presidente francese Sarkozy, e così si esprime all'indomani della conferenza stampa che ha tenuto alla Maddalena con Silvio Berlusconi al termine dell'incontro bilaterale Italia-Spagna.
(Repubblica)
Punto e virgola
A: gatu comprà i ociai novi?
V: No, i è de seconda man, ciolti da un pensionà che li usava sol la domenega.
Coperton Buick
giovedì 10 settembre 2009
Salviamoci la pelle
Finalmente se ne sono andati,
portandosi via i loro asciugamani e sederi arsi dal sole.
Non si sente piu’ l’odore insopportabile di quelle creme alla vaniglia che,
mi appesantivano la testa gia’ dal mattino.
Il mare e’ tornato ad essere quello che e’,
il miglior posto dove immergere i piedi,
appoggiare lo sguardo insieme ai pensieri erranti.
Coperton Buick
lunedì 7 settembre 2009
Meeting across the river
Le ultime fatiche discografiche di Springsteen sono state recensite, dagli addetti ai lavori, come album prescindibili o al massimo dignitosi, puntando sulla questione di cosa ancora questo uomo potesse dare alla sua produzione, dopo aver ereditato il gene del R’N’R’ e averlo traghettato dal dopo Elvis ad oggi.
Parto da questa considerazione per dire, una volta per tutte, cosa veramente dobbiamo ancora aspettarci dall’uomo di Freehold, dopo questa ennesima notte torrida di benessere.
Quale altra emozione e’ lecito attenderci, quale sussulto, pelo dritto, mani sudate, quale lacrima o brontolio di stomaco puo’ essere possibile, dopo questa lunga cavalcata che ha, negli anni, attraversato mezza Italia, calcando i palchi di grandi e piccole citta’.
Il concerto di Udine aggiunge un’altra stella al pluridecorato menestrello del Jersey, questo “Meeting across the river”, l’incontro al di la’ del fiume, al di la’ dal Tiliment, conferma lo status e la gerarchia nella nomenclatura dell’ Histoire du Rock.
Certo il live set non crea quella tensione emotiva delle performance precedenti, pur proponendo alcuni pezzi che si attendono sempre come miracoli, ma lo show e’ una gran festa, ha il sapore della sagra, dei fuochi d’artificio delle feste d’Agosto, del balliamo tutti insieme novelli ed attempati.
Comunque tu lo condisca Bruce non si scuoce mai, rimane sempre al dente, la salsa con il pesto o pomodoro e basilico, rendono i rigatoni, mezze penne e fusilli sempre d’un sapore per palati fini.
Questa mia avventura live cominciata un quarto di secolo fa’, ha trovato la sua giusta conclusione in provincia, vicino casa, in modo che il viaggio fosse adeguato alle energie e risorse attuali rimaste.
Questo Elisir l’abbiamo pagato bruciando cisterne di carburante, gomme, olio, abbiamo buttato giu’ decine di caffe’, birre, fumato stecche di sigarette, urinato in tutti Grill possibili, abbiamo sniffato km. di tangenziale, ore di code ai caselli e ai tornelli degli stadi.
Abbiamo lasciato per strada qualche cappello, quelli rimasti hanno preso quel colore da ricordarci che il piu’ e’ stato fatto.
Quindi e’ giusto fermarsi per assaporare questa lunga storia, godersi il meritato riposo guardando i trofei accumulati, e’ arrivato finalmente quel momento per sistemare i vari biglietti, custoditi meglio della Sindone, in ordine cronologico oppure tentare una classifica, fin qui’ impossibile da proporre.
In verita’ ci sarebbe sempre quel desiderio del set acustico per pochissimi intimi nel giardino o sotto il porticato di casa, attorno ad un tavolo imbandito del necessario per fronteggiare l’emozione che ti stramazza a terra, ma se questo dovesse disattendere quel sogno creato giorno dopo giorno e notte dopo notte, allora Goodbye caro Bruce, a te auguro ancora mille palchi e mille citta’, mille applausi ed ovazioni, alzate d’indice per zittire o esaltare fans, a me la poltrona da pensionato con telecomando incorporato per il digitale terrestre, satellitare e lunare, dove consumare una bella frittatona con cipolla, birra rossa gigante e , figlie e moglie permettendo, ruttone libero.
Coperton Buick
mercoledì 2 settembre 2009
Punto e virgola
A: Cosa pensitu dele Escort
V: Bele, ma mi preferivo le Taunus
Coperton Buick
martedì 1 settembre 2009
I Buick fanno causa
ne piase el vin, ne piase la prugna
Semo zente de Borgomeduna
lalala lalala lalala
(Semo zente de Borgomeduna)
I legali dei Buick fanno causa alla Noberasco, ditta leader nella produzione di frutta secca.
L'uffico legale della più grande rock'n'roll band del mondo
contesta all'azienda italiana di non essersi limitata alla produzione di prugne ma di "aver plagiato opera artistica ed intelettuale come, nella fattispecie, l'inneggiamento alla prugna, ovvero il cantar di lode o decantare cosa, atto o essere vivente."
La campagna pubblicitaria della Noberasco ha dunque violato, per scopi puramente commerciali, ogni norma in materia di copyright e di marchi riservati.
I legali dei Buick hanno chiesto un risarcimento di dieci milioni di dollari oltre alle spese legali, parcometri, telefoni e altre rote de coioni.
(s.b.)
Per la libertà di stampa
L’attacco a "Repubblica", di cui la citazione in giudizio per diffamazione è solo l’ultimo episodio, è interpretabile soltanto come un tentativo di ridurre al silenzio la libera stampa, di anestetizzare l’opinione pubblica, di isolarci dalla circolazione internazionale delle informazioni, in definitiva di fare del nostro Paese un’eccezione della democrazia. Le domande poste al Presidente del Consiglio sono domande vere, che hanno suscitato interesse non solo in Italia ma nella stampa di tutto il mondo. Se le si considera "retoriche", perché suggerirebbero risposte non gradite a colui al quale sono rivolte, c’è un solo, facile, modo per smontarle: non tacitare chi le fa, ma rispondere.
Invece, si batte la strada dell’intimidazione di chi esercita il diritto-dovere di "cercare, ricevere e diffondere con qualsiasi mezzo di espressione, senza considerazioni di frontiere, le informazioni e le idee", come vuole la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, approvata dal consesso delle Nazioni quando era vivo il ricordo della degenerazione dell’informazione in propaganda, sotto i regimi illiberali e antidemocratici del secolo scorso.
Stupisce e preoccupa che queste iniziative non siano non solo stigmatizzate concordemente, ma nemmeno riferite, dagli organi d’informazione e che vi siano giuristi disposti a dare loro forma giuridica, senza considerare il danno che ne viene alla stessa serietà e credibilità del diritto.
Franco Cordero
Stefano Rodotà
Gustavo Zagrebelsky
FIRMA L'APPELLO
Punto e virgola
A: Sotu rientrà?
V: Si, anca se me par de essere ancora tant fora.
Coperton Buick