Le ultime fatiche discografiche di Springsteen sono state recensite, dagli addetti ai lavori, come album prescindibili o al massimo dignitosi, puntando sulla questione di cosa ancora questo uomo potesse dare alla sua produzione, dopo aver ereditato il gene del R’N’R’ e averlo traghettato dal dopo Elvis ad oggi.
Parto da questa considerazione per dire, una volta per tutte, cosa veramente dobbiamo ancora aspettarci dall’uomo di Freehold, dopo questa ennesima notte torrida di benessere.
Quale altra emozione e’ lecito attenderci, quale sussulto, pelo dritto, mani sudate, quale lacrima o brontolio di stomaco puo’ essere possibile, dopo questa lunga cavalcata che ha, negli anni, attraversato mezza Italia, calcando i palchi di grandi e piccole citta’.
Il concerto di Udine aggiunge un’altra stella al pluridecorato menestrello del Jersey, questo “Meeting across the river”, l’incontro al di la’ del fiume, al di la’ dal Tiliment, conferma lo status e la gerarchia nella nomenclatura dell’ Histoire du Rock.
Certo il live set non crea quella tensione emotiva delle performance precedenti, pur proponendo alcuni pezzi che si attendono sempre come miracoli, ma lo show e’ una gran festa, ha il sapore della sagra, dei fuochi d’artificio delle feste d’Agosto, del balliamo tutti insieme novelli ed attempati.
Comunque tu lo condisca Bruce non si scuoce mai, rimane sempre al dente, la salsa con il pesto o pomodoro e basilico, rendono i rigatoni, mezze penne e fusilli sempre d’un sapore per palati fini.
Questa mia avventura live cominciata un quarto di secolo fa’, ha trovato la sua giusta conclusione in provincia, vicino casa, in modo che il viaggio fosse adeguato alle energie e risorse attuali rimaste.
Questo Elisir l’abbiamo pagato bruciando cisterne di carburante, gomme, olio, abbiamo buttato giu’ decine di caffe’, birre, fumato stecche di sigarette, urinato in tutti Grill possibili, abbiamo sniffato km. di tangenziale, ore di code ai caselli e ai tornelli degli stadi.
Abbiamo lasciato per strada qualche cappello, quelli rimasti hanno preso quel colore da ricordarci che il piu’ e’ stato fatto.
Quindi e’ giusto fermarsi per assaporare questa lunga storia, godersi il meritato riposo guardando i trofei accumulati, e’ arrivato finalmente quel momento per sistemare i vari biglietti, custoditi meglio della Sindone, in ordine cronologico oppure tentare una classifica, fin qui’ impossibile da proporre.
In verita’ ci sarebbe sempre quel desiderio del set acustico per pochissimi intimi nel giardino o sotto il porticato di casa, attorno ad un tavolo imbandito del necessario per fronteggiare l’emozione che ti stramazza a terra, ma se questo dovesse disattendere quel sogno creato giorno dopo giorno e notte dopo notte, allora Goodbye caro Bruce, a te auguro ancora mille palchi e mille citta’, mille applausi ed ovazioni, alzate d’indice per zittire o esaltare fans, a me la poltrona da pensionato con telecomando incorporato per il digitale terrestre, satellitare e lunare, dove consumare una bella frittatona con cipolla, birra rossa gigante e , figlie e moglie permettendo, ruttone libero.
Coperton Buick
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