Quando finisce il paese
la strada e' coperta dal manto nevoso,
attraversata da due rotaie parallele
incise prima del mio arrivo.
L'andatura e' cosi' blanda
da riconoscere ogni ramo d'albero,
malgrado questi si siano
abbondantemente ovattati.
Il vento talvolta soffia
facendo cadere a pioggia il cotone,
senza pensare alla mia chioma poco protetta
e gelandomi il capo.
I passi s'appoggiano sulle corsie
per non piantarsi o scivolare,
al di fuori delle stesse,
mentre la pace mi spinge sull'erta.
Le impronte d'animali che incontro
m'indicano di non essere solo
tracce che seguo fino a scomparire
da una parte all'altra dentro il bosco.
Dopo il confine
delimitato da sua maesta' la sbarra,
finiscono i solchi guida
che m' hanno aiutato sino qui'.
D'ora in avanti la coperta bianca
rendera' tutto uguale ed uniforme,
e man mano la strada si restringe
fino a divenire sentiero.
La neve livella ogni cosa
ammortizza i passi stanchi,
nasconde le insidie del terreno
confonde il percorso
annulla i riferimenti precedenti.
La testa e' tanto leggera
quanto sono pesanti le gambe,
affossate passo dopo passo
fino a dover smettere la corsa
per lasciar spazio alla camminata.
Il fiato rimasto
accende la spia di riserva
che indica l'unica via possibile,
quella cioe' del ritorno.
Da fondo valle fino all'orizzonte
per salire verso l'alto,
il cielo si tinge del rosso dell'alba compiuta
per cambiare la scala cromatica
attraverso l'azzurro, blu ed il grigio
a minacciare pioggia o neve.
Ripercorro il ritorno
incastrando come un puzzle,
le scarpe nelle mie stesse orme
per faticare meno
o ricordare quella fatta per salire.
Oggi un'altro piccolo tassello
e' stato inserito nel mosaico,
un'altra piccola emozione
e' stata portata a casa,
come un'altro piccolo pezzo di me
e' rimasto lassu'.
Coperton Buick
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