Radio Londra o Radio Salo’ ?
Giuliano Ferrara, il profeta, l’ispiratore e il predicatore al tempo stesso.
martedì 29 marzo 2011, di Orazio Leotta.
Pendiamo dalle sue labbra. Ci organizziamo le giornate in modo tale da non mancare all’appuntamento con quelle pillole di quotidiano catechismo, dove abbiamo l’opportunità di fare un ripasso su ciò che è bene e ciò che è male, su chi è meritevole di ascolto ed al contempo è luce e verità e chi invece è un disfattista e quasi sempre comunista, al limite di sinistra.
Le “feste di Arcore”? Solo cene, mai nessun reato. Giudici vergognatevi. De Magistris e Santoro? Assolutamente da non frequentare, demoni in terra. Il bunga-bunga? Un ritornello di sottofondo di una vecchia canzone di Gianni Morandi. Napolitano? Non credibile e poi si contraddice: è comunista e parla di unità della nazione!
E poi a seguire: “Berlusconi non ha nulla da nascondere, è un uomo privato che ha deciso di offrire i suoi servigi al paese. E soprattutto, non ha mai chiesto di fare il Presidente del Consiglio”. Né più e né meno, come i cinegiornali dell’epoca che tessevano le lodi del Duce.
Come spiegare al popolo il rito berlusconiano: Giuliano Ferrara, il profeta, l’ispiratore e il predicatore al tempo stesso. Esborsi miliardari per la televisione di stato (per 7 minuti di trasmissione il Ferrara percepisce tremila euro a sera e lo farà per i prossimi tre anni di contratto), un investimento che ha il compito di trasformare sera dopo sera agli occhi dei non già allineati un vecchio sporcaccione in un Dio in terra.
Pertanto dopo il TG1, laddove Minzolini, è abile nel togliere sempre qualcosa alle notizie, abbiamo Radio Londra, ove il Ferrara le notizie le inventa, le assembla in una sorta di cumulo di balle spaziali (utili al suo editore), pillole per il dopo cena per riconciliarci con la vita dopo le malignità che magistrati, giudici, Rai Tre, La Repubblica, Santoro, Vendola, Di Pietro, Der Spiegel etc… si permettono di insinuare nelle nostre menti..
E pensare che Berlusconi cacciò dalla Rai Enzo Biagi, che a differenza del Minzolini invece aggiungeva sempre qualcosa in più alla notizia, il quale occupava con un suo spazio, “Il Fatto” la stessa collocazione in palinsesto nella Rai, ogni giorno dopo il Tg1. Per la cronaca “Il Fatto”, fu dichiarato da una giuria di giornalisti di tutti gli orientamenti politici, il miglior programma di tutta la storia della Rai.
Poveri noi. Come se non bastassero le trasmissioni di Vespa e Sgarbi e l’aver affidato la grancassa berlusconiana al Tg1 di Scodinzolini, pardon Minzolini, ci dobbiamo sorbire finanche il famoso “Vengo dopo il TG” di Radio Salò del noto mutandaro devoto al Cavaliere.
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