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lunedì 28 marzo 2011

Emergenza democratica

Il Presidente fa' proseliti.........


Maldini alla sbarra per corruzione


Secondo l'accusa l'ex milanista
avrebbe pagato un funzionario
dell'Agenzia delle Entrate per
aggirare i controlli. Archiviata
la posizione della moglie Adriana

MILANO
Sul banco degli imputati, stavolta, c'è finito anche Paolo Maldini, che con la maglia del Milan è stato per oltre vent'anni un esempio di fair play dentro e fuori dal campo. Oggi, infatti, il gup di Milano Luigi Varanelli lo ha rinviato a giudizio con le accuse di corruzione e accesso abusivo a sistema informatico.

Per evitare controlli fiscali l'ex terzino avrebbe messo "a libro paga" un funzionario dell'Agenzia delle entrare, a cui si sarebbe rivolto anche per una verifica illecita per il buon esito di un'operazione immobiliare. «Sono sereno, perchè non ho mai corrotto nessuno e il Tribunale se ne renderà conto», ha commentato "a caldo" la storica "bandiera rossonera", attraverso il suo legale, l'avvocato Danilo Buongiorno. L'ex difensore milanista era presente anche stamani, come nelle precedenti udienze, a Palazzo di Giustizia, in contemporanea con la presenza in Tribunale di un "tifoso d'eccezione", Silvio Berlusconi, imputato nel procedimento Mediatrade.

Il processo per Maldini ed altre 12 persone, tra cui anche suo cognato Aldo Russo (accusato anche lui di accesso abusivo a sistema informatico) si aprirà il prossimo 21 giugno davanti alla decima sezione penale di Milano. È stata invece archiviata dal gup la posizione della moglie dell'ex capitano, Adriana Fossa, che era accusata assieme a lui di corruzione. Nelle 'magliè dell'inchiesta, coordinata dal pm di Milano Paola Pirotta e che aveva portato in passato a numerosi arresti, erano rimaste coinvolte una quarantina di persone tra dipendenti dell'Agenzia delle entrate e commercialisti, i quali avrebbero aiutato decine e decine di imprenditori e titolari di societàad aggirare i controlli fiscali o ad ottenere trattamenti piùfavorevoli. Stando alle indagini, Paolo Maldini avrebbe corrotto, fino al 23 giugno 2009, il funzionario dell'Agenzie delle entrate di Milano 1, Luciano Bressi (oggi ha patteggiato 3 anni, risarcendo un milione di euro) offrendogli non solo 40 mila euro all'anno come «onorario per lo studio», ma anche la «procura speciale» della società Velvet Sas, costituita dall'ex terzino con la moglie.

Secondo l'accusa, proprio da quella società sarebbero scaturiti «ingenti corrispettivi "in nero"», fino «a 185 mila euro», a favore di Bressi, finito in manette nel giugno del 2009. Sempre tramite il funzionario, l'ex calciatore avrebbe acquisito «dati riservati» all'anagrafe tributaria sul conto di tale Alessandro P.B., che faceva parte di una società nella quale Maldini sarebbe voluto entrare per un affare immobiliare in Toscana. E a suo carico anche alcune intercettazioni, come quella del 26 gennaio 2009 nella quale l'ex capitano diceva a Bressi: «Volevo fare una piccola verifica su, su, su Alessandro eh.. Come si può fare (...) Su di lui si può fare una verifica eh .. fiscale su di lui». Maldini si è sempre difeso dall'accusa di corruzione sostenendo di essere lui stesso parte lesa, perchè sarebbe stato Bressi a sottrarre soldi dalle casse della società Velvet. Oggi il gup, oltre a condannare quattro imputati con rito abbreviato a pene fino a 2 anni e 5 mesi, ha accolto anche cinque patteggiamenti, tra cui quello del giornalista sportivo Davide De Zan (5 mesi e 10 giorni) e del dipendente dell'Agenzia delle entrate di Milano 1, Giuseppe Lomuti (un anno e 10 mesi), accusati entrambi di accesso abusivo a sistema informatico. Con la complicità del funzionario, De Zan sarebbe entrato nel sistema dell'anagrafe tributaria per «ottenere informazioni» patrimoniali sui suoi colleghi Sandro Piccinini e Paolo Ziliani.

LaStampa.it

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