ANCHE L'OVVIO E' IN BILICO (CARLOS)

giovedì 8 novembre 2007


Giorno di lavoro
(Factory revisited)

Ogni mattina,
dalla finestra della camera,
vedo mio padre che scende giù nel viale,
con il mantello grigio come i suoi cappelli,
la borsa di pelle consumata dal vento,
che penzola lungo il braccio come un morto appeso.

Cammina verso la fermata dell’autobus,
e verso una giornata di lavoro in fabbrica,
in quella maledetta fabbrica come la chiama lui.

Lavora alla pressa,
ha un tic agli occhi,
che va’ d’accordo con il ritmo della macchina.
Ogni minuto, per otto ore, prende una lamiera,
e la mette sul pianale,
ci pensa il bisonte d’acciaio a fare il resto.

La sera,
rientra a casa,
curvo dagli anni e dalla sua borsa,
che come lui,
non ne può più.
Sembra abbia lasciato la spina dorsale,
in fabbrica.

Mentre lo guardo,
penso alla sua gioventù,
ai suoi sogni e speranze,
a prospettive diverse.
Ma la famiglia ti prende qualcosa,
e devi dargli da vivere,
lavorando in fabbrica,
solo in fabbrica,
in ogni giorno di lavoro,
in fabbrica.

“...Men walk through these gates with death in their eyes. And you just better believe, boy, somebody's gonna get hurt tonight, It's the working, the working, just the working life.”


(Liberamente ispirato dalla canzone Factory
Darkness on the edge of town” di Bruce Springsteen)

(Coperton Buick)

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