Uno che si mastica i vari Grillo e Travaglio e li sputa poi come pallini per cerbottane.
Usuali frequentatori dei salotti buoni, denudati, ispezionati ai raggi x, smontati e rimontati come mobili Ikea.
Vede più spettri che persone, più buio che luce, una carezza per lui, se data con passione, diventa uno schiaffo.
Il mondo intorno è una giostra che gira per inerzia e scricchiola, puzza di ruggine, ognuno che sale la rallenta, va avanti sempre nello stesso senso ma senza senso e meta.
Ma come dargli torto, in un’Italia dove nove cose su dieci non funzionano, e quella che va’ se la mangiano i soliti pochi eletti (non dal popolo).
Devo riconoscere a Del Papa grande talento narrativo, il suo scrivere è in presa diretta, molto dal vivo, vive un senso di solitudine e disagio che condivido e traspare ogni volta che punta la penna sul foglio, ed infine una certa avversità a tutta questa tecnologia che schiaccia come mosche molti di noi, negando spazio a pensieri e sentimenti che esulino da madre rete.
Da quest’anno ho ricominciato a comprare il Mucchio, e il taglio dei suoi racconti m’hanno riportato indietro ai tempi del vecchio zambo (al secolo Mauro Zambellini), dove una sua recensione era un disco (vinile) da mettere in banca.
Del Papa ha scritto che vuol scendere qui, i Buick che vogliono star fuori, chissà se questo luogo immaginario è un posto comune e vicino dove trovarsi per due chiacchiere.
Forse l’unica soluzione, l’unica salvezza sia da riporre in una cenetta con i Buick, niente di impegnativo, musetto nella brovada, noci con formai imbriago, 2 bozze di Refosco anzi una cassa che siamo in tre, una fettina di gubana che fa scenografia e da intro alla grappa.
Se ha il palato difficile, la sacca del cotechino può toglierla, prima di mangiarla.
Chissà che il bacco ci trasporti in una dimensione diversa, dove il cielo sia meno grigio e le persone meno spente.
Come diceva mio nonno in friulano “Ce vites par tiapa vites”, ossia che vita per avere quale altra vita, la dice lunga su un malessere radicato e remoto.
Coraggio vecchio Max, nei giorni peggiori ricordati che, i Buick, hanno sempre il rosso in fresca.
Usuali frequentatori dei salotti buoni, denudati, ispezionati ai raggi x, smontati e rimontati come mobili Ikea.
Vede più spettri che persone, più buio che luce, una carezza per lui, se data con passione, diventa uno schiaffo.
Il mondo intorno è una giostra che gira per inerzia e scricchiola, puzza di ruggine, ognuno che sale la rallenta, va avanti sempre nello stesso senso ma senza senso e meta.
Ma come dargli torto, in un’Italia dove nove cose su dieci non funzionano, e quella che va’ se la mangiano i soliti pochi eletti (non dal popolo).
Devo riconoscere a Del Papa grande talento narrativo, il suo scrivere è in presa diretta, molto dal vivo, vive un senso di solitudine e disagio che condivido e traspare ogni volta che punta la penna sul foglio, ed infine una certa avversità a tutta questa tecnologia che schiaccia come mosche molti di noi, negando spazio a pensieri e sentimenti che esulino da madre rete.
Da quest’anno ho ricominciato a comprare il Mucchio, e il taglio dei suoi racconti m’hanno riportato indietro ai tempi del vecchio zambo (al secolo Mauro Zambellini), dove una sua recensione era un disco (vinile) da mettere in banca.
Del Papa ha scritto che vuol scendere qui, i Buick che vogliono star fuori, chissà se questo luogo immaginario è un posto comune e vicino dove trovarsi per due chiacchiere.
Forse l’unica soluzione, l’unica salvezza sia da riporre in una cenetta con i Buick, niente di impegnativo, musetto nella brovada, noci con formai imbriago, 2 bozze di Refosco anzi una cassa che siamo in tre, una fettina di gubana che fa scenografia e da intro alla grappa.
Se ha il palato difficile, la sacca del cotechino può toglierla, prima di mangiarla.
Chissà che il bacco ci trasporti in una dimensione diversa, dove il cielo sia meno grigio e le persone meno spente.
Come diceva mio nonno in friulano “Ce vites par tiapa vites”, ossia che vita per avere quale altra vita, la dice lunga su un malessere radicato e remoto.
Coraggio vecchio Max, nei giorni peggiori ricordati che, i Buick, hanno sempre il rosso in fresca.
(Coperton Buick)
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