Domenica
Attraverso il vetro
appannato dalla sosta prolungata piu' del dovuto,
la fila d'alberi accompagna il bagliore dei fari intermittente
di auto domenicali che scendono in citta'.
Famiglie tirate a festa
pronte per il centro commerciale,
bambini stretti nei loro seggiolini
disegnano sui vetri umidi s.o.s. al mondo.
Il tempo scende in campo con pioggia e nebbia
gli esseri umani con bestemmie
emissioni spinte di co2,
polveri sottili oltre i limiti
attese per parcheggi
e corsa all'entrata a perdifiato.
Corsie piene di pazzi fuori dal controllo
mentre carrelli spinti dai nervi
tentano i sorpassi piu' azzardati,
le casse sono ancora troppo lontane
ed i bottini ancora troppo miseri.
Le commesse alle casse hanno abbandonato
troppo presto il letto stamattina,
lasciando qualcuno sotto le lenzuola
a stemperare i fuochi della notte.
Banconote, bancomat, carte di credito
nessun oggetto puo' rimanere un desiderio,
piccoli mostri che s'arrampicano sugli scaffali
seguiti da maldestri genitori che l'inseguono
a rischio collasso cardiaco.
L'immagino tutti uno ad uno
con quelle facce arrossate dalla calura,
dei loro cappotti pesanti avvolti in sciarpe
che li privano di qualsiasi visuale.
Entrano ed escono
come se dovessero continuare un'opera collettiva,
bagagliai che si riempono come mongolfiere
clacson che spingono anziani
nel tentativo dell'ultimo scatto che la vita puo' concedere.
Sguardi minacciosi li seguono fino al parcheggio,
non fanno in tempo ad estrarre la chiave di tasca
che un furore agonistico anima un plotone
di piloti in cerca della pole position.
Se capita la sventura di dover solamente
prendere qualcosa dimenticato,
senti la violenza umana che ti entra nelle ossa
ancor piu' dell'umido d'oggi.
Ma la giornata nel suo dramma quotidiano
si spegne velocemente,
ogni tensione si dissolve nel vento
per ripresentarsi domattina,
pronta per il Lunedi'
perche' l'incubo d'oggi si chiama Domenica.
Coperton Buick
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