Mi sembra che ultimamente, a fronte di una divisione (almeno di facciata) sempre più netta fra schieramenti di destra e sinistra (ma si potrebbero chiamare anche guelfi e ghibellini, se non fosse che parteggiano entrambi incondizionatamente per il papa) nell'elettorato stia maturando una insofferenza generale verso la politica e i suoi metodi che, una volta tanto, direi non si possa bollare come qualunquismo. Certi inequivocabili comportamenti non possono non generare un senso di disgusto piatto nel cittadino. L'ultimo in ordine di tempo la crisi di governo scatenata da fatti giudiziari dei famigliari di un ministro e le incivili scene parlamentari che l'hanno accompagnata.
Il punto è come fare a manifestare un tale sentimento senza ricadere in quei comportamenti che vengono puntualmente classificati come 'antipolitica'. Ebbene io credo che decidere di non votare in questo caso non potrebbe essere visto come un atto di menefreghismo. Non si capisce infatti come sia possibile, in regime di democrazia, che in una settimana si possa rovesciare una legge elettorale frutto di referendum, massima espressione del volere democratico, approvando oltretutto una legge definita 'porcata' dagli stessi fautori e che ha avuto il duplice effetto di impedire ai cittadini di scegliere direttamente i propri rappresentanti e di rendere ingovernabile il paese, chiunque vinca.
Andare al voto con questa legge solo perchè Berlusconi è convinto di stravincere e pertanto non è disposto a trattare con alcuno sarebbe uno scandalo inaccettabile. Se non si vuole perdere tempo in discussioni infinite tra sbarramenti alla tedesca e proporzionali alla spagnola ci ridessero la vecchia legge elettorale, che aveva perlomeno un senso.
Personalmente, se si dovesse votare subito, vorrei potermi presentare al seggio facendo registrare che non voto perchè ritengo di non farlo con questa legge elettorale che non voleva nessuno, un giorno prima che cadesse il governo. E non chiamatemi qualunquista: qualunquisti saranno semmai quei politici che ritengono vada bene qualsiasi 'porcata' pur di avere un seggio più dei rivali.
Il punto è come fare a manifestare un tale sentimento senza ricadere in quei comportamenti che vengono puntualmente classificati come 'antipolitica'. Ebbene io credo che decidere di non votare in questo caso non potrebbe essere visto come un atto di menefreghismo. Non si capisce infatti come sia possibile, in regime di democrazia, che in una settimana si possa rovesciare una legge elettorale frutto di referendum, massima espressione del volere democratico, approvando oltretutto una legge definita 'porcata' dagli stessi fautori e che ha avuto il duplice effetto di impedire ai cittadini di scegliere direttamente i propri rappresentanti e di rendere ingovernabile il paese, chiunque vinca.
Andare al voto con questa legge solo perchè Berlusconi è convinto di stravincere e pertanto non è disposto a trattare con alcuno sarebbe uno scandalo inaccettabile. Se non si vuole perdere tempo in discussioni infinite tra sbarramenti alla tedesca e proporzionali alla spagnola ci ridessero la vecchia legge elettorale, che aveva perlomeno un senso.
Personalmente, se si dovesse votare subito, vorrei potermi presentare al seggio facendo registrare che non voto perchè ritengo di non farlo con questa legge elettorale che non voleva nessuno, un giorno prima che cadesse il governo. E non chiamatemi qualunquista: qualunquisti saranno semmai quei politici che ritengono vada bene qualsiasi 'porcata' pur di avere un seggio più dei rivali.
(Massimo Rispetto - lastampa.it)
(C.B.)
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